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Tutti i colori riflessi negli occhi dell'altro
Un nuovo romanzo di Murakami, un nuovo giovane uomo alla ricerca d’identità. Non è forse una novità rivoluzionaria rispetto alle tematiche dell’autore, che qui sceglie di esplorare nuove sfumature di un paesaggio già familiare.
Il pellegrinaggio è quello di Tsukuru: adolescente prima, adulto poi, che sempre si porta dentro un nodo irrisolto.
Tazaki Tsukuru si percepisce vuoto e “incolore”, sente di non aver nulla di valore da offrire; in questo clima di desolazione interiore l’appartenenza a un gruppo di amici gli garantisce la possibilità di riempire la propria identità, trovando negli altri il necessario completamento di sé. La misteriosa espulsione dal gruppo è un drammatico giro di boa per il giovane Tsukuru, che ne rimane segnato fino a percepire un profondo e mortifero senso di vuoto. Arrampicatosi a fatica sull’orlo del precipizio, Tsukuru conserva tuttavia una desolazione interiore e un’interdizione ai legami che gli rimarranno appiccicati addosso fino all’età adulta, e lo condanneranno a relazioni tiepide, contenenti fin dal principio il germe della propria fine.
Nella vita di Tsukuru compare però Sara, finalmente capace di riscaldare le braci di un istinto vitale da tempo sopito; il pellegrinaggio di Tsukuru ormai non può più attendere: è tempo di ripercorrere le tracce della propria giovinezza alla ricerca di senso.
Il viaggio aiuterà Tsukuru non tanto a ricostruire la verità storica, quanto piuttosto a recuperare, attraverso gli occhi e le parole degli altri, le sfumature della propria presenza nel mondo. Il racconto dei suoi amici permette a Tsukuru di comprendere il proprio ruolo nel gruppo di un tempo, e recuperare aspetti della propria storia personale di cui era inconsapevole.
Il romanzo non sarà forse la sua creazione più sfavillante, ma lo stile di Murakami non delude mai. Narratore apparentemente assente dal racconto, il suo tocco in realtà è profondamente intessuto in ogni immagine e, soprattutto, nel ritmo della narrazione, capace di indugiare minuziosamente sul dettaglio come di scivolare repentina catapultando altrove il lettore.
Le storie di Murakami, spesso incentrate sulla ricerca del senso di sé, raggiungono l’obiettivo utopico del perfetto equilibrio tra il sé e l’altro, tra la solitudine e la relazionalità. Tanto i suoi personaggi riescono a farci godere della dimensione della solitudine, in cui ogni piccolo gesto risuona di un’eco quasi assordante, così essi hanno bisogno dell’altro per trovare e conservare il senso di sé.
E’ l’atmosfera rarefatta e onirica del racconto di Murakami che ci permette di tollerare i drammi interiori dei suoi protagonisti e la costante, drammatica assenza di risposte. L’autore è maestro nel distillare, dalla pesantezza del dramma umano, la leggerezza che serve alla sopravvivenza.
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Dici bene, infatti "Kafka sulla spiaggia", pur essendo un romanzo di ricerca di sé è più "forte", per i contenuti che hanno una fortissima connotazione simbolica. Anche i personaggi hanno tratti più marcati, e direi che alla ricerca interiore abbina una buona dose di azione (per quanto "attivi" possano essere i romanzi di Murakami, cioè di solito non tantissimo!).
Questo romanzo prende toni più soffici, sembra più un esercizio di pensiero e introspezione.
Se hai letto solo "Kafka sulla spiaggia", probabilmente avrai avuto un impatto forte, rispetto a quest'autore.. com'è andata?
Qualche appunto: l'autore non sempre sa rappresentare l'erotismo; poi una questione personale: la descrizione sulla sadica 'esecuzione' dei gatti è veramente durissima.
Anche il tema dell'incesto è potente e violento. Come faccia questo scrittore a proporre simili temi, e renderli metabolizzabili per un pubblico tutto sommato vasto e variegato non lo so, ma credo questo sia indice di capacità espressive eccezionali.
C'è poi una componente molto adolescenziale di cui non ci si libera mai, che credo sia ciò che emerge sempre nelle scene di erotismo.
Cosa intendi dire con "i conti tornano"? come, secondo te, riesce a chiudere il cerchio? da ogni lettura di Murakami io esco sempre con un forte senso di non-saturazione che, come scrivo nella recensione, posso digerire solo grazie allo stile...
La vicenda del bambino traumatizzato nei primi capitoli, che poi sublima il proprio eros con capacità straordinarie, s'incontra con quella del protagonista, che ha vissuto esperienze fuori dalla vita comune, diventando anch'egli diverso rispetto a prima. Alla fine ho avuto una sensazione di pacificazione, di un punto di arrivo. Lo spaesamento del lettore, secondo me, deriva anche dai vari significati simbolici e metaforici di cui è disseminata praticamente tutta la storia. E sono tutti questi 'messaggi' aperti a rendere il tutto più complesso e profondo.
Emilio, se deciderai di leggere altri romanzi dell'autore mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi!
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Dell'autore ho letto solamente "Kafka sulla spiaggia", per il quale alcune tue annotazioni potrebbero andar bene, anche se penso che il libro qui commentato sia più debole.