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L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio 2016-01-20 14:32:38 Giu_Bi
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Giu_Bi Opinione inserita da Giu_Bi    20 Gennaio, 2016
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Tutti i colori riflessi negli occhi dell'altro

Un nuovo romanzo di Murakami, un nuovo giovane uomo alla ricerca d’identità. Non è forse una novità rivoluzionaria rispetto alle tematiche dell’autore, che qui sceglie di esplorare nuove sfumature di un paesaggio già familiare.
Il pellegrinaggio è quello di Tsukuru: adolescente prima, adulto poi, che sempre si porta dentro un nodo irrisolto.
Tazaki Tsukuru si percepisce vuoto e “incolore”, sente di non aver nulla di valore da offrire; in questo clima di desolazione interiore l’appartenenza a un gruppo di amici gli garantisce la possibilità di riempire la propria identità, trovando negli altri il necessario completamento di sé. La misteriosa espulsione dal gruppo è un drammatico giro di boa per il giovane Tsukuru, che ne rimane segnato fino a percepire un profondo e mortifero senso di vuoto. Arrampicatosi a fatica sull’orlo del precipizio, Tsukuru conserva tuttavia una desolazione interiore e un’interdizione ai legami che gli rimarranno appiccicati addosso fino all’età adulta, e lo condanneranno a relazioni tiepide, contenenti fin dal principio il germe della propria fine.
Nella vita di Tsukuru compare però Sara, finalmente capace di riscaldare le braci di un istinto vitale da tempo sopito; il pellegrinaggio di Tsukuru ormai non può più attendere: è tempo di ripercorrere le tracce della propria giovinezza alla ricerca di senso.
Il viaggio aiuterà Tsukuru non tanto a ricostruire la verità storica, quanto piuttosto a recuperare, attraverso gli occhi e le parole degli altri, le sfumature della propria presenza nel mondo. Il racconto dei suoi amici permette a Tsukuru di comprendere il proprio ruolo nel gruppo di un tempo, e recuperare aspetti della propria storia personale di cui era inconsapevole.

Il romanzo non sarà forse la sua creazione più sfavillante, ma lo stile di Murakami non delude mai. Narratore apparentemente assente dal racconto, il suo tocco in realtà è profondamente intessuto in ogni immagine e, soprattutto, nel ritmo della narrazione, capace di indugiare minuziosamente sul dettaglio come di scivolare repentina catapultando altrove il lettore.
Le storie di Murakami, spesso incentrate sulla ricerca del senso di sé, raggiungono l’obiettivo utopico del perfetto equilibrio tra il sé e l’altro, tra la solitudine e la relazionalità. Tanto i suoi personaggi riescono a farci godere della dimensione della solitudine, in cui ogni piccolo gesto risuona di un’eco quasi assordante, così essi hanno bisogno dell’altro per trovare e conservare il senso di sé.
E’ l’atmosfera rarefatta e onirica del racconto di Murakami che ci permette di tollerare i drammi interiori dei suoi protagonisti e la costante, drammatica assenza di risposte. L’autore è maestro nel distillare, dalla pesantezza del dramma umano, la leggerezza che serve alla sopravvivenza.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
...e gradito altri libri di Murakami, in particolare "Dance, dance, dance", "a sud del confine, a ovest del sole", "nel segno della pecora", "l'uccello che girava le viti del mondo"...
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Commenti

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Bella recensione, Giulia.anche
Dell'autore ho letto solamente "Kafka sulla spiaggia", per il quale alcune tue annotazioni potrebbero andar bene, anche se penso che il libro qui commentato sia più debole.
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Giu_Bi
20 Gennaio, 2016
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Grazie Emilio!
Dici bene, infatti "Kafka sulla spiaggia", pur essendo un romanzo di ricerca di sé è più "forte", per i contenuti che hanno una fortissima connotazione simbolica. Anche i personaggi hanno tratti più marcati, e direi che alla ricerca interiore abbina una buona dose di azione (per quanto "attivi" possano essere i romanzi di Murakami, cioè di solito non tantissimo!).
Questo romanzo prende toni più soffici, sembra più un esercizio di pensiero e introspezione.
Se hai letto solo "Kafka sulla spiaggia", probabilmente avrai avuto un impatto forte, rispetto a quest'autore.. com'è andata?
"Kafka sulla spiaggia" mi pare un libro di grande ampiezza e molto profondo. Un libro che necessita discussione e confronto anche sul significato globale che può assumere. Ho avuto la sensazione di una rappresentazione fortemente simbolica della realtà che in definitiva fa emergere il disegno provvidenziale; alla fine tutti i conti tornano, i controversi percorsi assumono il loro significato. Per questo è un romanzo con un respiro cosmico, ciò che caratterizza la grande letteratura.
Qualche appunto: l'autore non sempre sa rappresentare l'erotismo; poi una questione personale: la descrizione sulla sadica 'esecuzione' dei gatti è veramente durissima.
In risposta ad un precedente commento
Giu_Bi
21 Gennaio, 2016
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Mi trovi d'accordo, in quel romanzo ci sono dei punti di fortissima violenza (mi riferisco alla sensazione percepita dal lettore). il passo sull'esecuzione dei gatti è difficilissimo, e ammetto di averlo saltato alla prima lettura del libro. D'altra parte credo che Murakami abbia la capacità di toccare delle corde emotive profonde, perché secondo me ha un talento "eccezionale" nella misura in cui sa proporre immagini e filoni emotivi archetipici, il che richiama ciò che tu dici: il "disegno provvidenziale" e la tridimensionalità che riverberano nel romanzo.
Anche il tema dell'incesto è potente e violento. Come faccia questo scrittore a proporre simili temi, e renderli metabolizzabili per un pubblico tutto sommato vasto e variegato non lo so, ma credo questo sia indice di capacità espressive eccezionali.
C'è poi una componente molto adolescenziale di cui non ci si libera mai, che credo sia ciò che emerge sempre nelle scene di erotismo.
Cosa intendi dire con "i conti tornano"? come, secondo te, riesce a chiudere il cerchio? da ogni lettura di Murakami io esco sempre con un forte senso di non-saturazione che, come scrivo nella recensione, posso digerire solo grazie allo stile...
Provo a rispondere, anche se non si tratta di una lettura recentissima.
La vicenda del bambino traumatizzato nei primi capitoli, che poi sublima il proprio eros con capacità straordinarie, s'incontra con quella del protagonista, che ha vissuto esperienze fuori dalla vita comune, diventando anch'egli diverso rispetto a prima. Alla fine ho avuto una sensazione di pacificazione, di un punto di arrivo. Lo spaesamento del lettore, secondo me, deriva anche dai vari significati simbolici e metaforici di cui è disseminata praticamente tutta la storia. E sono tutti questi 'messaggi' aperti a rendere il tutto più complesso e profondo.
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Giu_Bi
24 Gennaio, 2016
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Vero, in "Kafka sulla spiaggia" sembra davvero che Murakami abbia voluto raccontare la storia su un doppia registro, in cui a un piano più concreto della vicenda ne corrisponde uno metaforico, che sembra viaggiare in parallelo. A volte però gli aspetti simbolici sono veramente oscuri. Penso che lo rileggerò prima o poi, l'ho gia fatto, anche se è un romanzo che richiede uno stato d'animo particolare...

Emilio, se deciderai di leggere altri romanzi dell'autore mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi!
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