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Mi chiamavano Bijou
Una rubrica di indirizzi e qualche foto in fondo ad una vecchia scatola di biscotti è quel che resta a Thérèse della sua infanzia irrisolta, insieme ad un mucchio di ricordi che pesano sul suo petto come un blocco di ghiaccio.
Non si era accorta di avere tanto freddo dentro, fino al giorno dell'incontro casuale, in una stazione metro parigina all'ora di punta, di una donna con un cappotto giallo molto somigliante a quella delle foto: sua madre, creduta morta fino ad allora.
Ci si chiede, una volta finito di leggere questo breve romanzo, quante verità ci siano nascoste fra le righe, lanciate come indizi che spetta al lettore mettere insieme, almanaccando sulle molteplici possibilità.
Fino a che punto è viva Thérèse? Si ha l'impressione che, morta bambina, vaghi in cerca di pace per le vie di Parigi, oppure che stia solo sognando, cullata dalle luci ad intermittenza del locale di fronte alla fredda stanza dove alloggia.
“Mi chiamavano Bijou”, è il silenzioso grido d'aiuto che la ragazza lancia a chi voglia ascoltare la sua storia, spiegando che dietro quel nomignolo non vi è nulla di dolce o affettuoso: al contrario, è un marchio che la degradava al valore di un oggetto.
Vuole capire, Thérèse, perché sua madre non l'amava, condannandola ad una prigione ghiacciata che solo un autentico contatto umano potrebbe frantumare.
La prosa è scorrevole ed essenziale, le atmosfere cupe e tipicamente modianesche, caratterizzate da una sorta di attrazione-repulsione ossessiva per un passato indecifrabile dall'odore di foglie marce.
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Commenti
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Come si sarà capito dalle mie recensioni, Modiano è uno dei miei scrittori preferiti.
Mi fa piacere leggere cosa pensano altri compagni di lettura delle letture che io stesso ho fatto.
Leggere le tue recensioni è sempre un piacere.
Saluti
Riccardo.
Ciao Cri :-)
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Non so quanti libri Modiano abbia scritto. Continuano a tradurre sue opere. Ho appena terminato la lettura dell'ultimo testo tradotto, e mi convinco sempre più che i suoi libri formano come un'unica grande opera, tasselli di un mosaico. Apprezzo parecchio l'essenzialità del suo stile, capace forse di nascondere più di quanto dice, contribuendo così a dare profondità alle storie narrate.