Dettagli Recensione
il circo dei freaks
tutto è già stato detto fatto e scritto su questo volume, cosa mi è rimasto:
- mi sarebbe piaciuto averlo letto prima. nei lunghi ingenui pomeriggi dopo scuola o nelle sere oziose quando il tempo tra la cena e l'ora di andare a dormire non scorreva mai e perdersi nelle pagine era un piacere così a portata di mano da risultare quasi noioso. Letto invece adesso, di corsa, rubando tempo al sonno, in piedi su un regionale stipato, aspettando su un binario gelato alle 7 di mattina, interrompendo capitoli pensieri ed azioni, mi ha talvolta snervato e fatto perdere il sapore della pietanza. Mi sarebbe piaciuto averlo potuto leggere con un pezzo di carta vicino e con la possibilità di segnarmi i personaggi, il corollario di persone che ruota attorno a rodja è la cornice che rende il quadro ancora più memorabile.
- pietroburgo doveva essere davvero un posto orrendo. ed accidenti se erano già belli pervertiti nell'ottocento.
- la lunghezza di queste opere è ancora adatta ai nostri tempi? non sento un intero album penso da dieci anni. i film, i video, tagliati tra skip e buffering. diventa un grande privilegio astrarsi da tutto e dedicarsi "ad una sola cosa".
- la questione della "febbre celebrale" come un'allucinazione reale, per catalizzare un fiume in piena troppo difficile da gestire?
- "l'essere destinati ad opere grandiose" e nello stesso tempo una grande volontà di autodeterminazione. Anche un senso di auto-ineluttabilità: metto un'ipoteca così pesante sul mio destino, rendo il mio futuro talmente presente, che non potrò più sfuggirgli.
- eppure anche la dimostrazione che il miglior modo per perdere qualcosa è desiderarla troppo. Far uscire il carretto dai binari, impossibile arrestare il deragliamento.
- accettare con passione la mediocrità delle nostre esistenze? scambiamo per mediocrità quello che in realtà è il massimo stato a cui ambire, l'equilibrio nonostante tutto?
-+++spoilier++++ forse nel finale, nelle ultimissime pagine, c'è un bivio accennato, che fedor forse vorrebbe imboccare ma non ne ha il coraggio: rodja è seduto presso il fiume, vicino alla capanna dove si estraggono gli alabastri. Sonja arriva vicino a lui, e la guardia si allontana. Davanti a lui la steppa e laggiù in fondo i puntini neri delle tende dei nomadi, vivi e liberi come ai tempi della creazione. Corrì Rodja libero. Invece no. forse anche qui è mancato il coraggio di svoltare, di prendere il frutto che la vita aveva messo lì così a portata di mano? fatto sta che preferisce piangere ai piedi della neo-amata.
"Solo sette anni". Mica cazzi. Solo sette anni per ritrovarsi ex-detenuto in siberia senza una lira. e la chiamano redenzione?++++fine spoiler++++
- il genio, il precursore del giallo moderno nel colloquio con l'ispettore giudiziario, che aveva capito tutto fin dal principio. Abbandonando la paura di perdere, ha ottenuto proprio quel che voleva. Ha smesso di inseguire, e la preda ha smesso di correre. Una grossa chiave di volta nel romanzo a mio avviso.
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Commenti
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Comunque bel commento!!
Ciao, faye
Carlo
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