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Sei davvero un bibliotecario?
“La strana biblioteca” è un testo che ripropone la stessa dinamica di “Sonno” basata sull’interrelazione, sul rimando e sul dialogo implicito tra testo e disegni. In questo caso la matita è stata affidata a Lorenzo Ceccotti che ha mirabilmente saputo rappresentare ciò che nel libro compare. I suoi disegni curati e precisi affascinano e inquietano al tempo stesso il lettore in un gioco cromatico che vede prevalere il nero e il rosso. Le interpretazioni artistiche di Ceccotti sono probabilmente la parte migliore del volumetto edito da Einaudi.
È bene partire dal preconcetto con cui tendiamo ad affrontare gli scritti dello scrittore giapponese, aspettandoci un testo di livello, onirico e suggestivo, attorniato di mistero e significati inintelligibili o quasi. Queste aspettative possono turbare i giudizi. Al di là di ciò Murakami ci presenta un breve racconto nel quale un ragazzo, il cui nome non viene mai rivelato, si reca in una biblioteca per indagare sul sistema di tassazione e di riscossione delle imposte vigente nell’Impero Ottomano. Cosi facendo si imbatte nello stereotipato luogo polveroso, vuoto e silenzioso che, nell’immaginario collettivo, corrisponde alla biblioteca. In essa ci trova immancabilmente il bibliotecario, vecchio e barbuto, un Cerbero dei libri. Da qui in poi lo stereotipo che farebbe presagire una banalità inequivocabile lascia spazio al maligno e metaforico progetto del bibliotecario che rinchiude il giovane ragazzo in una cella oscura costringendolo a imparare a memoria i tre volumi scelti. Se il ragazzo dovesse fallire nel tentativo il vecchio gli succhierebbe il cervello, pregno della conoscenza acquisita.
È qui che avviene il ribaltamento di ruoli, realtà e senso. La biblioteca si trasforma per assurdo in un luogo di disconoscenza. Il bibliotecario abdica al suo ruolo di dispensiere di conoscenza, contenuta nei libri, e diventa colui che la sottrae agli altri, a coloro che con fatica la acquisiscono. Perché l’apprendimento, l’arricchimento culturale passano attraverso lo studio, un’attività che richiede fatica, impegno e sudore.
Il breve racconto fa incrociare le strade del ragazzo e di altri due personaggi: una ragazza ialina, quasi spettrale e l’Uomo-pecora. Si tratta di due personaggi appartenenti all’universo letterario di Murakami che ricorrono in più situazioni negli altri romanzi. In questo breve racconto, per necessità di spazio, non sono sviluppati e si presentano agli occhi del lettore come fantasmi dell’iconicità che essi possiedono all’interno del mondo dell’autore giapponese.
Nel complesso una lettura di pochi minuti, piacevole e fluida che lascia spazio, come sempre in Murakami, alla sensazione di incompleto e indefinito di michelangiolesca memoria. Tuttavia questo testo non ha nulla della potenza significante dei suoi altri volumi.
FM
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