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Stoner
 
Stoner 2016-01-08 21:17:58 PICCOLO P.
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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    08 Gennaio, 2016
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CAPOLAVORO

Quando un libro mi colpisce con tanta forza da lasciarmi esangue ed attonito a fissare l’ultima sua pagina, con una serie di emozioni contrastanti che lottano fra loro per prendere il sopravvento sul conscio, cercando la via per formulare un pensiero, oppure un giudizio su quello che si è appena letto, mi rendo conto di essere di fronte a quello che io definisco un capolavoro.
E la prima conseguenza è una palese difficoltà ad esplicare in parole o concetti quello che internamente si sta attraversando.
Stoner. Un romanzo che può essere letto come una biografia, come una storia di vita, una vita drammatica eppure intrisa di picchi di felicità. La vita di William Stoner, narrata nella sua interezza, non parla di eroi, di storie mitiche, di vicende storiche importanti. No, Stoner non è un eroe, apparentemente non ha nulla di speciale. Come dice lui stesso, non era speciale in niente, non era neppure un bravo insegnante poichè nella sua vita ha dovuto rendersi conto dei propri limiti. Stoner non è nessuno. Dopo pochi anni dalla sua scomparsa, nessuno si ricorderebbe di lui se non fosse per quella piccola targa che commemora la sua carriera di professore all’Università del Missouri. Una carriera iniziata da giovanissimo quando, praticamente ancora studente, gli fu offerto un posto come lettore per la letteratura Inglese, e conclusa con la sua morte. Fu un ottimo professore, ma a parte un libro e qualche buon ricordo nei suoi studenti, non lascerà il segno nella storia neppure per i suoi meriti di docente.
Ma ha lasciato il segno in milioni di lettori, e credo che porterò anche io le stigmate per una storia che mi ha inciso profondamente in profondità.
Stoner è la normalità, è la vita apparentemente senza senso e scopo, uguale a quella di milioni di altri individui, che normalmente sfuggirebbe all’attenzione e al ricordo di tutti. Ma se ci si fa attirare al suo interno se ne resta affascinati, perchè ci si accorge che ogni pagina rappresenta la vita per come è veramente, la vita che ognuno di noi vive ogni giorno, impressa nella memoria personale e mai rilevata dalla moltitudine che ci circonda.
Stoner non eccelle in nulla, non aveva crediti particolari ricevuti in eredità, non è bello, non è caparbio, non è un buon marito e forse potremmo giudicare che non è stato nemmeno un buon amante. Anche sul suo ruolo di padre potremmo trovare parecchio da ridire. Ma non si può non amarlo, così come forse si vorrebbe amare la proiezione di quello che vorremmo essere, e non si può fare a meno di soffrire e gioire con lui per le sue vicende.
Stoner siamo noi. Questo è quello che sento emergere profondamente dalle pagine di questo romanzo. Leggerlo, equivale a fare una lunga introspezione dentro se stessi, prendendo proprio come paragone lui, che più di una volta si è reso conto di non avere grandi capacità di introspezione. Lui non ha avuto la possibilità di leggere il romanzo della sua vita con altri occhi rispetto ai suoi, noi abbiamo l’incredibile dono di poterlo fare, anche parzialmente, leggendo la sua storia.
So che tutto quello che ho scritto non si avvicina neanche lontanamente a descrivere la marea di sensazioni che questo libro mi ha regalato. Probabilmente nei giorni a seguire, anzi negli anni a seguire affioreranno periodicamente altre riletture personali e tante sensazioni troveranno la traduzione in parola.
Ho trovato anche decisamente efficace ed elegante la prosa di John Williams, con una narrazione che portava il lettore a seguire gli eventi con lo sguardo rivolto al passato. Ma, incredibilmente, nei momenti importanti, così come nei dialoghi, ci si sentiva trascinare all’indietro in un istante fino a vivere la scena in un tempo presente. Per poi allontanarsi nuovamente poco dopo. Uno sguardo intimo sulla vita di una persona, sorvolandola, per poi gettarsi in picchiata ogni tanto fino ad esplorare le coscienze.
Stoner fa parte del patrimonio della letteratura mondiale e sono certo che diventerà un classico perchè la sua forza è quella di poter essere sempre attuale. La vita, come viene raccontata nel romanzo di J. Wlliams, è un concentrato di vita dell’umanità intera.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Revolutionary road, John Fante, Johnatan Franzen
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Commenti

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Salve.
Gran bella recensione la tua.
Anche a me il libro è piaciuto molto, è stata una vera sorpresa nell'ambito della letteratura americana diciamo contemporanea: un libro capace di sorprendere e commuovere proprio per l'autenticità del personaggio, così lontano dagli stereotipi di certa letteratura.
In risposta ad un precedente commento
PICCOLO P.
11 Gennaio, 2016
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Grazie,
in effetti Stoner non pare un personaggio di fantasia, ma qualcosa di reale. Forse perché assomiglia a tutti noi. Ma stranamente la moglie di John Williams ha dichiarato in un intervista che suo marito era molto diverso da Stoner
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