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Una corsa...al limone!
Chi conosce la produzione di Irvine Welsh non avrà difficoltà nel ricordare il mitico Terry "Gas" Lawson. Personaggio principale dell'ultima fatica dello scrittore scozzese, già co-protagonista di "Colla" e "Porno", il buon vecchio cocainomane ed erotomane dagli appetiti sessuali insaziabili, sorretti da dimensioni asinine note in tutta Edimburgo, continua a battere i bassifondi dei ghetti più malfamati alla ricerca di sballo e avventure con signorine poco morigerate.
Le coree vengono attraversate dal suo taxi, escamotage con cui ufficialmente nasconde i suoi mille traffici tra spaccio di droga e altri lavoretti regolarmente poco puliti, che gli permettono di spassarsela senza troppi patemi economici, alla faccia della miriade di cavolate commesse mai espiate a dovere.
Il destino però, com'è noto, può essere infame, e Terry si trova costretto a dover rinunciare a tutti quei vizietti che da sempre punteggiano la sua viziosa esistenza.
Situazione che lo indurrà a (ri)considerare l'esistenza sua e di chi ha intorno sotto altre prospettive, ovviamente sempre filtrate mediante una visione zotica da strada, in cui però a spiccare saranno -sorprendentemente- l'irreprensibile cuore d'oro, una sensibilità inattesa e la saggezza ruspante costruita in anni di sopravvivenza nella jungla urbana; ora questo tesoretto viene investito per risolvere problemi di varia natura, tra cui la sparizione di una lap dancer e il recupero, per un facoltoso cliente americano, di tre rarissime bottiglie di whisky.
Welsh azzecca la risma di personaggi al solito "bruciati", emarginati, talmente dediti ad alcol, droga e sesso come se per loro il domani non ci fosse.
L'autore sguazza nei bassifondi di quella Edimburgo così ben conosciuta adottando un tono mai troppo serioso, ferocemente venato da uno humor nero capace di filtrare le situazioni più gravose. Il linguaggio è sempre fenomenale marchio di fabbrica: colorito a dir poco, spesso sgrammaticato a seconda del personaggio che parla. Le invenzioni linguistiche vengono tradotte all'uopo riportando una furbesca alienazione, in cui la cosiddetta feccia rifiuta il perbenismo ipocrita delle classi più agiate, usando le stesse come grimaldello per alimentare i propri peccati.
Si respira un'aria scanzonata nonostante le tematiche siano spesso dure, ma Welsh sposa la dissacrante vena scozzese (capace di farsi beffe anche di un uragano), traendo una spassionata esortazione burlesca a vivere al meglio, che si sa, menarsela serve a poco e la giostra non dura poi molto.
Per cui allacciatevi le cinture, e godetevi la corsa!
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Commenti
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Mi unisco a Maria, bentornato Ale!
Fede
a parte gli scherzi è bello leggerti come sempre
Ferruccio
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