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Cent'anni di solitudine
 
Cent'anni di solitudine 2015-12-29 19:45:52 Aureliano Di Tommaso
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Stile 
 
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Aureliano Di Tommaso Opinione inserita da Aureliano Di Tommaso    29 Dicembre, 2015
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Magnifico incantesimo, un sortilegio tutto umano

"Cent'anni di solitudine" è la storia della famiglia Buendia, dai tempi della fondazione della mitica Macondo alla sua evoluzione. Da Melquiades con le sue profetiche pergamene fino al piccolo Aureliano che va a scoprire il ghiaccio, passando per Pilar Ternera, meretrice piena d'amore logoro, Marquez ci dipinge splendidi personaggi che illuminano precariamente come stelle il cielo di una solitudine atavica e quasi divina. Un secolo di vita della stirpe dei Buendia viene raccontato tramite singoli avvenimenti che, sebbene svoltisi in un lungo periodo di tempo sembrano coesistere in un solo attimo, in una Macondo in cui il tempo sembra girare in tondo senza portare alcuna novità o miglioria.
L'intera storia è intessuta di eventi magici e portentosi legati ad un destino infallibile in un'atmosfera che sembra satura di un greve sentimento di solitudine che accompagna i personaggi dall'inizio alla fine, in un crescendo che culmina nella follia o in amori velenosi. Anche i morti tornano sulla terra, divorati dal peso della solitudine, per trarre compagnia dai loro stessi boia. Il lettore viene condotto in un universo a sè, in un'opera tutta umana e raffigurante come un dipinto la condizione dell'essere su una terra aspra che sembra respingere ogni vita. Se il lettore resta amareggiato dalla lettura di un romanzo colmo di malinconia, resta anche completamente irretito e affascinato dalle stupende immagini di un universo magico: dalla bufera di minuscoli fiori gialli che si depositano come neve fresca a farfalle color del sole che circondano i personaggi in un'aura di mistero e magnifico incantesimo, in un sortilegio tutto umano. Straordinaria la capacità di Marquez di fare della linea temporale un filo di lana da arrotolare e srotolare sulle dita, da tagliare e da ricomporre a proprio piacimento. Tramite una lettura ricca di splendide e musicali espressioni possiamo immergerci nella cisterna del "realismo magico" rimanendo folgorati da uno stile portentoso e lirico. Dopo aver letto "Cent'anni di solitudine" è inevitabile sentirsi cittadini della magica Macondo sperduta nella palude e paradigma dell'esistenza umana e percepire un legame, nel profondo, con la stirpe dei Buendia.

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Commenti

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siti
30 Dicembre, 2015
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Salve Paolo, Aureliano non a caso! Bellissimo commento per un'opera che rimane nel cuore di ogni lettore: è tra i miei preferiti. Laura
In risposta ad un precedente commento
Aureliano Di Tommaso
30 Dicembre, 2015
Ultimo aggiornamento:
30 Dicembre, 2015
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Salve Laura! Grazie mille per l'apprezzamento. È senz'altro il mio romanzo preferito e, come dici tu, è difficile che non rimanga nel cuore di chi lo legge.
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