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Un'inquietudine costante
Leggere "Il libro dell'inquietudine" è davvero un'esperienza insolita, non semplice ma decisamente imperdibile.
Molte volte sono i libri o gli autori a sceglierci e questo è stato il caso di Pessoa; ultimamente questo nome me lo ritrovavo scritto ovunque ed ho deciso di assecondare questo richiamo.
Il libro in realtà è un diario, più precisamente, una raccolta di frammenti in prosa, composti da Bernardo Soares, un eteronimo di Pessoa. Oltre vent'anni per realizzare questa raccolta di fogli volanti che poi sono stati altri ad assemblare in un libro.
É il libro, in assoluto, che ho impiegato più tempo a leggere, anche perché non si può farlo in una volta sola, ho avuto addirittura la necessità di accostare letture leggere per scaricare la mente dagli "assalti" continui dell'autore.
Un autore con una padronanza di linguaggio invidiabile, dove una banale descrizione, con lui diventa poesia, in cui non riesci a capacitarti, come mai quando le parole le scrive lui, non sono mai fuori luogo, ma sembrano fatte apposta per stare li.
“Un raggio di sole, una nuvola il cui passaggio è rivelato da un’improvvisa ombra, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza senso i geroglifici infranti delle stelle”.
Durante la lettura, un'inquietudine costante mi ha "invaso"; oltre alla difficoltà del linguaggio, molto difficile è anche seguirlo perché i frammenti non sono in ordine cronologico, ma seguono la logica del curatore di turno.
Non è una lettura per tutti, e direi che va letta in un momento di tranquillità emotiva. La densità, il linguaggio e i temi trattati non sono dei più semplici. Inquietudine, insoddisfazione, ricerca continua di un equilibrio, tristezza e profondità, accompagnano queste pagine sconnesse, ambientate a Lisbona.
Visto come questo libro mi ha toccato profondamente, non posso fare a meno di consigliarlo a tutti o almeno provateci e leggetene qualche passaggio perché non è facile dimenticarlo e non rimanere affascinati dal rispetto che ha per ogni singola parola che usa, trasformando anche le più semplici, unite nelle sue frasi, in qualcosa d’indimenticabile da leggere. Non mi credete? Vi lascio con qualche piccolo frammento...
“Preferisco una sconfitta consapevole della bellezza dei fiori, piuttosto che una vittoria in mezzo ai deserti, una vittoria colma della cecità dell’anima, di fronte alla sua nullità separata”
“Desidero ciò che non desidero e abdico a ciò che ho. Non posso essere niente e non posso essere tutto: sono il ponte di passaggio fra ciò che non ho e ciò che non voglio”.
Buona lettura!!!
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Commenti
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Federica
Grazie Federica.
Federica
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Si tratta di un libro che non lascia indifferenti. Inoltre, che stile!