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Il tempo di una canzone
 
Il tempo di una canzone 2015-12-18 00:57:10 Visitatore
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Visitatore Opinione inserita da    18 Dicembre, 2015
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L'integrazione e tutti i passi storici raccontati

Non avevo mai letto niente di Powers e mi chiedo adesso com'è possibile. È uno scrittore contemporaneo che come pochi riesce a farti vivere in prima persona le vicende narrate nei suoi libri. Non ti senti un semplice lettore ma un personaggio secondario che vive, si commuove, s'indigna, soffre con i protagonisti del romanzo. Il titolo del romanzo non è casuale, la musica e il tempo lo percorrono da cima a fondo e sono la parte magica, positiva quella che ti viene voglia, come ho fatto io di ascoltare durante la lettura, su Youtube, i cantanti di cui parla. La musica e' spiegata talmente bene che la ascolti nonostante tu stia leggendo un libro! Ne afferri le note e ne fai una tua canzone, tutto questo è stato meraviglioso. Premetto non è il miglior scrittore letto come stile ma sicuramente è coinvolgente come pochi altri. Io che difficilmente mi commuovo ho patito e sofferto e mi sono emozionata sulla marcia di protesta del 63 su Washington, ai concerti tenuti da Jonah e Joseph, mi sono affezionata a loro e alla loro famiglia "sbagliata" un papà bianco ebreo e una mamma di colore trasformano i tre figli in una lotta sulla loro identità continua e senza risposta. Non voglio spoilerare ma è difficile parlare di questo romanzo senza raccontare di cosa parla. Fondamentalmente il concetto razziale e' la base dominante con la musica di tutto il libro, la storia si sviluppa dai primi movimenti di protesta fino a Rodney king prendendo in esame tre generazioni. L'io narrante il figlio di mezzo Joseph e' quello che mi è umanamente piaciuto di più, con tutte le sue debolezze a nudo e tutte le sue risposte che nasconde per primo a se stesso, Ruth la sorella, quella che caratterialmente ho sentito più vicino e' quella tra i tre figli a fare le scelte più estreme ma scontate, non poteva andare diversamente, a volte le persone hanno un percorso prestabilito dalla loro indole e dal loro carattere indipendentemente da quanto la loro strada venga proposta in maniera differente. L'enigma, il vero enigma rimane Jonah, creatura a metà tra le razze, indecifrabile, almeno per me è stato così, elevato sopra a noi comuni mortali grazie ad un dono, quello di una voce meravigliosa, che lo porta ad essere completamente distaccato dalla realtà, dalla storia che vivono le persone intorno a lui, da tutto ciò che tocca e vive la sua famiglia. Ok mi fermo, oltre non vado ma se qualcuno l'ha letto o lo sta leggendo e ne vuole parlare, ne sarei felice, ho tante domande senza risposta. Il libro e' corposo 835 pagine che vorresti non finissero mai perché nessun finale può essere abbastanza buono. Vi lascio con un pezzettino del libro, per invogliarvi nella sua lettura, e' bellissimo questo libro, vi darà molto di più di quanto sarà il tempo che impiegherete a leggerlo: " Non dicemmo mai che voi non sareste stati neri. Solo che sareste stati quel che eravate: un processo prima di tutto. Più importante di essere una certa cosa. Lui definì questa idea "la bugia dei bianchi".

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Commenti

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Bella presentazione. Complimenti !
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22 Dicembre, 2015
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Grazie! un libro molto complesso, l'autore utilizzando la musica come filo conduttore, riesce a dare una sua personale visione del concetto di integrazione e razzismo.
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