Dettagli Recensione
Non si può criticare la vita perchè...
Condivido le altre due recensioni e mi limito ad aggiungere - tra i tanti possibili - due elementi.
il primo riguarda il confine tra invenzione e realtà storica. In questo libro di Roth, tanti e precisi sono i riferimenti storici, in particolare sul periodo del maccartismo, dove addirittura si fanno i nomi "veri" dei personaggi dell'epoca (persino Nixon). Il lettore è indotto a seguire una trama che illude essere narrazione storica. Ma non è così, perchè Ira Ringold, Eve e tutti gli altri personaggi sono pura invenzione. Soprattutto è una invenzione O'Day, il sindacalista comunista. E questo è un problema, perchè Roth in una intervista dichiara di non conoscere bene (cioè in modo documentato) cosa sia stato il movimento operaio americano negli anni 40 e 50. E questo è un peccato, perchè mancano analisi storiche di che cosa sia stato il fenomeno del marxismo americano e questo libro di Roth rischia di ridurlo all'ascetismo rivoluzionario di O'Day o all'irascibilità istrionesca di Ira. Il secondo aspetto riguarda il nichilismo che trasuda fortemente da tutte queste pagine. Alla fine non si salva nessuno e la storia è una sequenza infinita di errori. La vita stessa va rispettata solo per "le tecniche di cui dispone per privare un uomo del suo significato e svuotarlo totalmente del suo orgoglio". Questo non è un libro allegro: è un triste e disilluso commiato dalle miserie della storia americana.