Dettagli Recensione
Il venditore di boza
Orhan Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura del 2006, ci presenta il suo nuovo libro. “La stranezza che ho nella testa” parla, come ci racconta l’autore, “della vita, delle avventure, dei sogni, degli amici e nemici di Mevlut Karatas, il venditore di boza”.
Pamuk oltre a farci scoprire e vivere la vita del protagonista, ci porta all’interno delle case, nelle vie e nei locali di una città, Istanbul, che cambia, che si trasforma, fino a diventare quella che è oggi. Le tradizioni, i colpi di stato, i furbetti, la famiglia, i matrimoni combinati, l’istruzione e la religione, influenzeranno la vita di un uomo che pur dovendo affrontare molte difficoltà, non perderà mai l’ottimismo.
Ho detto poco sulla trama perché quando l’ho letta io, mi ero fatta un’idea sbagliata e quindi non voglio influenzarvi ma incuriosirvi.
Un’altra cosa che mi ha incuriosito e che dopo aver preso in mano il libro, soppesandolo, avevo valutato (ormai sono come gli intenditori, da uno sguardo di solito capisco il numero di pagine) che poteva essere un libro da poco più di trecentocinquanta pagine, invece sfogliandolo mi sono resa conto che erano ben 560. Non fatevi spaventare da questo; questa è una storia che va letta e assaporata pagina dopo pagina, perché il venditore di boza è un uomo che ha vissuto una vita che può sembrare ordinaria, ma che nella sua ordinarietà è veramente straordinaria.
Una frase per farvi capire qualcosa in più di Mevlut, da molti definito ingenuo e sognatore:
“Mevlut, se avessi vinto il primo premio della lotteria, cosa avresti fatto?..Sarei rimasto a casa con le mi figlie a guardare la televisione, non avrei fatto nient’altro”.
Per quanto riguarda lo stile, è il primo libro che leggo di Pamuk e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Particolare è la scelta, oltre a quella di raccontare la storia del protagonista, di dar voce ai vari personaggi, che volta volta, in prima persona, raccontano la loro verità. Davvero singolare. Inoltre in molti casi anticipa quello che poi verrà narrato.
Vi lascio con quest’ultima frase:
“Il collegamento tra le intenzioni del cuore e le intenzioni delle labbra era la fortuna, naturalmente: uno può avere intenzione di fare una cosa, ma finisce per dirne un’altra; la fortuna era il ponte che poteva unire le due intenzioni”.
Lo consiglio, ne sono rimasta affascinata.
Buona lettura!!!
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Federica
Federica
Federica
Ho letto due romanzi di Pamuk e sinceramente ho fatto un po' di fatica, nel senso che trovo il suo stile originale ma complesso. denso di significati ma richiede molta attenzione perchè non immediato
Grazie per il commento!
Fede
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Di Pamuk prova a leggere "Il mio nome è rosso": molto diverso ma, a mio parere, davvero pieno di fascino.
Ciao.