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Charles attend - charlatan
Sensationnel. Nel senso proprio del termine di «irretire i sensi», con parole che sono sensazioni, suoni, immagini.
Se mi aveste chiesto cosa avessi appena finito di leggere, dopo aver sfogliato l'ultima pagina, non avrei avuto idea di cosa rispondere. Bè certo è la storia di una bambina, che poi proprio bambina non è, diciamo che è la storia di Zazie nel metrò. Che poi Zazie nel metrò non ci entra affatto per colpa di uno stupido sciopero, però in fin dei conti la vita è un po' un metrò, sempre in corsa coi suoi binari e le sue stazioni, e i suoi passeggeri... ah i passeggeri, ce n'è d'ogni sorta, ognuno diretto da qualche parte o da nessuna parte, e Zazie ne incontra tanti di passeggeri della vita. Alcuni talmente strambi e originali, che non ce li si immaginerebbe nemmeno, tra improbabili "artisti" e tassisti un po' smarriti, turisti creduloni e ambigui questurini... eppure Queneau fa intendere che la realtà alle volte è stramba tanto quanto la finzione, se non più e che alla fine o l'una o l'altra, non c'è poi tutta questa differenza, e si possono mischiare e separare un po' a proprio piacimento. E' questo che credo di aver letto in fin dei conti.
Poi c'è lo stile. Ah, lo stile di Queneau è sorprendente, trasforma in inchiostro la realtà in tutte le sue forme, con espressioni colorite e disinibite ("Non c'è nulla di sconcio, è la vita"), parole altisonanti e sonanti ( dal "Quelkaidettòra" all'interrogativo "Checcè?"), che colorano in maniera inaspettata e vivace l'intera storia. E' l'applicazione di quanto lo stesso Queneau ha teorizzato negli "Exercices de Style", magistralmente tradotti in italiano da Umberto Eco: la lingua viene plasmata e modellata a piacimento dello scrittore e ogni espediente è lecito, che sia un neologismo, l'unione di più parole, una trascrizione fonetica un parabolico gioco di parole o checchessia!
In conclusione, un'opera originale e fenomenale, un vero e proprio esperimento letterario, senza dubbio andato a buon fine. Unico mio rimpianto è di non aver potuto gustare il testo originale in francese, per ovvie ragioni "glottiche", ma le traduzione è risultata ugualmente più che valida.
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Commenti
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Giuseppe
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Bel commento e bella proposta.
Laura