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Così ha inizio il male
 
Così ha inizio il male 2015-11-26 14:21:02 Marta*
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Marta* Opinione inserita da Marta*    26 Novembre, 2015
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Perplessa

Siamo nella Madrid degli anni Ottanta, una città in cui il ricordo della dittatura franchista è ancora dolorosamente vivo. Il giovane Juan De Vere, fresco di laurea, viene assunto dal regista Eduardo Muriel per fargli da assistente. Muriel vive in una grande casa nei quartieri alti della capitale insieme alla moglie, l'esuberante Beatriz Noguera, e i figli. I due avrebbero tutto per essere felici, eppure «il giovane de Vere» è colpito dalla freddezza e dallo sdegnoso contegno con cui il marito tratta la moglie. Perché si comporta cosí? Addirittura, una notte che passa nella casa dei Muriel, Juan assiste a una scena per lui del tutto inspiegabile: Beatriz che, vestita unicamente con un'impalpabile sottoveste, viene respinta e ricacciata nella sua stanza dal marito. Juan vorrebbe indagare i motivi di quel comportamento e del disamore che tiene in piedi il matrimonio, ma Muriel ha altri piani in mente per lui: lo incarica infatti di verificare se le voci che ha sentito su un suo amico, il dottor Van Vechten, sono fondate. Una donna gli ha fatto intendere che il dottore, durante gli anni della dittatura, si era comportato in modo indecente con una o piú donne, e che pertanto l'amicizia che Muriel gli tributava era mal riposta. Per il giovane Juan inizia cosí una discesa nelle tenebre degli anni della dittatura, e nelle ambiguità del matrimonio, che ha l'ineluttabile fatalità delle sabbie mobili. Cosí ha inizio il male è la storia intima di un matrimonio.
Leggendo questo libro ho provato sentimenti contrastanti. Inizio col dir che non conoscevo affatto questo autore. La trama mi ha lasciata perplessa: perfetta nelle intenzioni e deludente nella realizzazione.
Si respira nel libro un’atmosfera torbida, Marías sembra suggerire che il dopo Franco, oltre ad essere caratterizzato dal desiderio di assoluzione generalizzata, è anche un periodo di sfrenatezza sessuale.
In effetti il contesto è ben più ampio e tocca le relazioni, i tradimenti, le bassezze perpetrate, dopo la caduta di Franco, sulle donne che non possono difendersi.
C'è anche un vago riferimento ai rifugiati seguaci di Pinochet che proteggono il dottor Van Vechten, amico di Muriel. Potrebbe essere anche un monito alto ai valori di integrità morale e del residuo di una dittatura, ma, a mio avviso, è solo un lungo sproloquio che non suscita coinvolgimento alcuno.
La figura, tragica, di Beatriz Noguera restituisce, per altro, il senso di totale spaesamento, di accettazione supina del "male".
L'amore arriva sempre quando non deve all'appuntamento con le persone. Ma lo scopriamo solo dopo, alla fine di una vita o di un romanzo. Quando il tempo sfuma e appanna i contorni. È così che ha inizio il male, quando i fatti perdono vividezza e sono divenuti racconti. Un male sopportabile, il mal di vivere a bassa intensità, il male che non fa più paura perché il passato è divenuto innocuo e raccontabile, perché il passato è passato, e il peggio resta indietro.

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Commenti

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Ciao Marta.
Dalla trama il libro pare accattivante, ma il tuo bel commento fa capire che l'atmosfera è torbida. Ciò mi ricorda che in letteratura la trama conta poco: è il modo con cui viene rappresentata che fa la differenza.
In risposta ad un precedente commento
Marta*
26 Novembre, 2015
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Ciao Emilio. Ho letto in giro che questo è un autore molto apprezzato ma a quanto pare non ho colto l'essenza evidentemente. A me non ha entusiasmato. L'inizio è lento e contorto, poi comincia a scorrere ma è torbido, come ho detto, triste, mi ha messo ansia...insomma come puoi capire non mi è piaciuto. Anche io sono stata ingannata dalla trama e mi aspettavo di meglio sinceramente.
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