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Stoner
 
Stoner 2015-11-17 14:28:49 Lonely
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Lonely Opinione inserita da Lonely    17 Novembre, 2015
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Se questa è vita

La vita a volte, ad alcuni, rema contro, e ce la mette proprio tutta per minarne il precario equilibro.
La vita ti spinge dove vuole lei se si rimane inermi aspettando solo che cambi direzione.
Ad un certo punto occorre intervenire per far si che la nostra barca non vada alla deriva, e per farlo bisogna prendere coscienza e consapevolezza delle nostre forze, delle nostre potenzialità.
Bisogna credere in se stessi, per ottenere quello che si desidera, e bisogna fare delle scelte, altrimenti si rischia di vivere mediocremente, o se non altro infelici, e la vita è troppo breve per lasciarla scorrere tra le dita, senza averne bevuto almeno un sorso.

Stoner, è ambientato nei primi anni 50.
Il tutto si consuma tra la prima e la seconda guerra mondiale che fanno da sfondo a questa storia, quella di un uomo, che non sa dove andare, ma che nonostante tutto ci va lo stesso.
William Stoner è figlio di contadini ma diventa insegnante, senza sapere come.
Inizia a frequentare l'università di agraria per volere del padre, perchè avrebbe potuto essere d'aiuto nel lavoro dei campi, ma diventa insegnante per volere di un professore che scorge in lui una passione per la letteratura.
Stoner s'innamora, o crede d'innamorarsi, di una donna al primo incontro e la sposa, senza conoscerla veramente, ma dietro quella figura esile, e quel viso angelico si nasconde la più perfida delle donne, Edith.
Ha pochi amici, uno dei quali muore nella prima guerra mondiale, Dave; una tragedia che minerà il legame anche con l'altro amico reduce, Gordon.
Subisce il suo matrimonio, ormai finito (semmai iniziato) per amore della figlia, Grace, voluta a tutti i costi dalla moglie, che poi praticamente ne lascia la cura a lui.
Per la prima volta Stoner riesce a stabilire un legame di vero amore, quello con la figlia, ma anche questo gli viene strappato via sempre dalla moglie, che decide di riappropriarsi della casa e della figlia e di rieducarla, secondo le sue idee.
Stoner allora mette tutto se stesso nel suo lavoro e impegna tutta la passione che ha dentro di se, diventando un ottimo insegnante, e s'innamora, e stavolta veramente, di un'altra donna, che lo ricambia con trasporto.
A questo punto del libro, chi è abituato a leggere i classici, anche di letteratura russa (tra l'altro il libro mi ricorda un po' L'Idiota di Dostoevskji), il lettore si aspetta il riscatto del protagonista.
Ma rimarrà deluso.
Stoner continuerà a lasciarsi trasportare dagli eventi, ineluttabilmente, percorrendo un percorso che gli sta evidentemente stretto, ma che non ha la forza di cambiare.
Perchè? Perchè è buono!
Sembra banale, la mia risposta, ma, Stoner è così, è buono e paziente, crede negli altri, dà sempre una seconda possibilità, lascia spazio, anche se non ne lasciano a lui, e soprattutto non conosce cattiveria, e di conseguenza non la riconosce.
Ha un suo profondo senso di giustizia, che lo aiuta a separare quello che secondo lui è giusto, da tutto il resto, inganno, invidia, odio...ma la giustizia non gli rende merito, e non gli lascia scampo.

Un romanzo intenso, profondo, e amaro, come può esserlo la vita.
Una lettura scorrevole e piacevole ma mai banale o superficiale.
Lo definirei un eroe della normalità.
Dave, il suo amico, dà di lui un ritratto autentico e lucido:
«Non credere di scappare, amico mio. Ora tocca a te. Chi sei tu, veramente? Un umile figlio della terra, come ti ripeti davanti allo specchio?
Oh, no. Anche tu sei uno dei malati: sei il sognatore, il folle in un mondo ancora più folle di lui, il nostro Don Chisciotte del Midwest, che vaga sotto il cielo azzurro senza Sancho Panza. Sei abbastanza intelligente, di certo più del nostro comune amico. Ma in te c’è il segno dell’antica malattia. Tu credi che ci sia qualcosa qui, che va trovato. Nel mondo reale scopriresti subito la verità. Anche tu sei votato al fallimento. Ma anziché combattere il mondo, ti lasceresti masticare e sputare via, per ritrovarti in terra a chiederti cos’è andato storto. Perché ti aspetti sempre che il mondo sia qualcosa che non è, qualcosa che non vuole essere. Sei il maggiolino nel cotone, tu. Il verme nel gambo del fagiolo. La tignola nel grano. Non riusciresti ad affrontarli, a combatterli: perché sei troppo debole, e troppo forte insieme. E non hai un posto al mondo dove andare».

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Julie
17 Novembre, 2015
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Bellissima recensione! Fa venire voglia di leggerlo!
Bella recensione. Anche a me il libro è piaciuto molto.
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Lonely
17 Novembre, 2015
Ultimo aggiornamento:
18 Novembre, 2015
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Grazie Julie! :) E comunque vale la pena leggerlo!
In risposta ad un precedente commento
Lonely
17 Novembre, 2015
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Grazie Emilio, l'avevo letta la tua opinione e l'avevo apprezzata!
Ed è stato proprio grazie alle vostre recensioni che ho letto il libro!
bella recensione. Anche a me è piaciuto molto!
In risposta ad un precedente commento
Lonely
18 Novembre, 2015
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Grazie Annamaria! :)
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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