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PONTI PER TERABITHIA
Nelle cittadine di provincia degli States( e non solo) ciascuno si porta dentro regni incantati, popolati da creatura fiabesche e si costruisce dei ponti da attraversare per poterci entrare quando la realtà è troppo soffocante per poterla sopportare: avviene così a Leslie e Jess gli emarginati protagonisti de “Un ponte per Terabithia” (1976) della Paterson e avviene cosi anche per ogni personaggio del microcosmo descritto da Holly Goddard Jones, autrice di racconti, che con “La prossima volta” scrive il suo primo romanzo. La storia è collocata nel 1993 a Roma piccolo centro dello stato del Kentuchy ma c’è da chiedersi se la data scelta non abbia consentito alla scrittrice di presentare con i tratti di una maggior verosimiglianza il ritratto di una comunità all’interno della quale i legami la contemporaneità rende sicuramente più sfumati e più difficile da afferrare. Bisogna infatti riconoscere che nella Roma americana e nei tratti dei suoi abitanti riecheggiano prima ancora che la nota serie di Lynch “Twin Peak” i versi dell’ “Antologia di Spoon River” nonché molte pagine di King. Tuttavia la Goddard Jones lavora di cesello per cercare di sfrondare il tipico e il letterario da personaggi e contesto e almeno in parte ci riesce grazie alla naturalezza della sua prosa: la scomparsa di una giovane donna, disinvolta frequentatrice di bar e di uomini, è ciò che consente alla disperazione latente delle persone che hanno a che fare con lei di uscire allo scoperto con conseguenze devastanti. Ciascuno di loro, chi prigioniera di un matrimonio infelice chi vittima di crudeltà, chi destinato all’esclusione per l’aspetto, ha vissuto un’esistenza di pacifica desolazione, costruita sul soffocamento di impulsi, emozioni ed aspirazioni. Fino a quando un corpo fatto a pezzi chiude per sempre il ponte che porta a Terabithia: la coscienza di sé è il delitto che non risparmia nessuno.
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Molto bello questo commento.
Non conosco l'autrice. Ho però avuto la sensazione di un libro di livello. La valutazione in stellette mi indica che non è propriamente così.