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Cenerentola senza scarpetta
Due donne, una storia, la tredicesima per giunta, che le fa incontrare e le mette una contro l'altra, una accanto all'altra. Una narrazione acerba, un'ambientazione dark, dai toni gotici riporta il resoconto di vite vissute ai margini, in sordina, in ritirata per dimenticare e nascondere. Poco importa la fama e la notorietà se strumentalizzate al fine di celare la verità. Vida incontra Margaret a due passi dalla morte e la sfrutta per raccontare la vita.
Ambientazioni note, facili, quasi scontate: la brughiera, l'antiquaria libreria polverosa richiamano alla mente titoli già famosi. Da Zafon a Brönte, dalla logora carta, poco importa la nazionalità, ai paesaggi brulli, il passo è breve, ma quando quell'ombra di vento si fa raffica gelida la storia decolla, il linguaggio fluidifica e l'amore, fraterno e filiale stavolta, torna protagonista indiscusso e pur facendo ancora rima con passione, ossessione e vendetta, attrae e incanta. Così le sempiterne emozioni, atomiche protagoniste di intrighi, misteri e colpi di scena, si rigenerano, sorprendendo con una nuova ricetta. L'insieme filoso resiste e genera un tessuto variegato, ricco e dal sapore fresco della novità. Personaggi come marionette ben orchestrate, alternate nelle scene con maestria tale da risollevare punti morti e capitoli ristagnanti. Apparizioni proverbiali convincono il lettore scettico e conducono alla fine lieta.
Lento ma innovativo, prolisso ma ben congegnato, un romanzo delle contraddizioni capace di mostrare una volta in più che tra l'idea e la sua realizzazione c'è un mare di difficoltà da superare.
Da leggere.
P.S. Due passi mi hanno colpito in particolare, li riporto.
Il primo, omaggio ai libri, come incarnazione dell'immortalità dell'uomo.
“Una volta morte, le persone scompaiono. La voce, le risate, il calore del loro respiro. La carne. E alla fine le ossa. Il ricordo perde ogni elemento vitale. É una cosa tremenda e naturale. Qualcuno però fa eccezione a questo annullamento. Perché continua a esistere nei libri che ha scritto. […], ciò che secondo le leggi di natura dovrebbe svanire viene, grazie al miracolo dell'inchiostro sulla carta, conservato. É una specie di magia.”
Il secondo, ironia semplice e diretta per quelle signorine che sognano il principe azzurro e un'esitenza da favola perdendosi nei libri,o attualizzando, nelle soap, nei social etc... dimenticandosi di vivere.
“Allungai la mano verso la ricetta. Con tratto vigoroso, aveva scritto: “Sir Arthur Conan Doyle, I taccuini di Shelock Holmes. Dieci pagine due volte al giorno fino a esaurimento.”