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Uno splendido disastro
 
Uno splendido disastro 2015-10-31 15:27:54 Allora
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Allora Opinione inserita da Allora    31 Ottobre, 2015
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AVVINCE MA NON CONVINCE

Pensate di afferrare trepidanti un giornale patinato che vi mostra in copertina una bella donna ammiccante, ben vestita, ben pettinata e ben truccata. Pensate poi di voltare pagina e scoprire, un fotogramma alla volta, che l’avvenente bellezza in copertina è in realtà il risultato del paziente intervento correttivo di un bravo fotografo e del miracoloso Photoshop.
Ecco svelato il successo del primo volume (e anche l’unico che ho letto) della trilogia della McGuire: ovvero una sapiente operazione editoriale più che “il fenomeno letterario mondiale dell’anno” che si celebra in copertina.
Inutile negare che la trama avvince; merito soprattutto dei rodati meccanismi delle moderne storie d’amore, passionali ma tormentate, a cui la McGuire s’ispira pur non inventando nulla di nuovo.
La bella ma naïve Abby Abernathy è la principessa della nostra storia che incontra sul suo cammino un principe un po’ particolare: Travis Maddox, bello, atletico, intelligente, ma violento e tormentato. I due si innamorano inevitabilmente già nel primo capitolo, anche se ne prenderanno coscienza solo verso la metà della storia. Trascorreranno poi le restanti 200 pagine delle 333 totali del libro a cercare di dimostrarsi il proprio amore, con comportamenti autolesionisti e persino distruttivi, che i nostri “eroi” hanno imparato nel loro passato difficile e talvolta oscuro. Tra un tira-e-molla e l’altro Abby e Travis vivono la loro intensa relazione sullo sfondo di un tipico college americano, che conosciamo nei suoi automatismi grazie ad anni ed anni di comedy adolescenziali. Ad accompagnare i due innamorati, una serie di co-protagonisti più o meno significativi, ma tutti dallo spessore letterario di “cartonati” che riempiono i vuoti narrativi della storia.
Ecco perché questo romanzo non convince. La McGuire è una discreta regista e sceneggia bene il susseguirsi delle scene, ma la scrittura è povera. I dialoghi non solo sono scontati nel contenuto, ma spesso sono scritti male, tanto da costringere il lettore a fare marcia indietro per capire quello che è appena stato messo in scena. I personaggi sono piatti e sospinti all’azione da egoismi adolescenziali ed emozioni bipolari.
SPOILER (?)
Non mi sorprenderebbe leggere tra qualche anno dalla penna di un reporter la cronaca del divorzio di Travis e Abby.

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