Dettagli Recensione
Lo scherzo infinito lo ha fatto lui a noi
Viste le sensazioni contrastanti lasciate dalla fine libro, forse il modo migliore per descriverlo è anche il più asettico. Ecco a voi l'elenco di ciò che penso ora, una volta girata pagina numero1434. L'ultima
- La sensazione vincitrice è: "sorpresa mista a rabbia". Tradotto: come passare settimane/mesi con i vari protagonisti invischiati in intrecci di storie complicatissimi e nel subconscio pensare per tutto il tempo "resisti, tanto alla fine sarà tutto chiaro", e poi finisce il libro e di chiaro non c'è niente
- Non si può leggere il libro con un grado di attenzione/impegno normale. Bisogna prestare MOLTA attenzione. Anche alle note. Dettagli importanti per capire la trama sono lasciati come sassolini di Pollicino qua e là, persi nel mezzo di descrizioni quasi surreali lunghissime, in singole parole quasi casuali di testo. Addirittura in note a fondo libro. E non sono messi in rilievo
- Andando contro il punto precedente e prestando un grado di attenzione/impegno medio (e quindi non sufficiente) molte parti risulteranno oscure, popolate di personaggi che non si sa chi siano né cosa facciano o vogliano e avvenimenti strampalati, come se il libro fosse stato rilegato mettendo per errore pagine di altri libri nel mezzo
- Pur ostinandosi ad andare avanti così (con il solito grado di attenzione/impegno medio non sufficiente), trattando il tomo come fosse un normale libro da sotto l'ombrellone, non mancheranno illuminazioni improvvise di incastri di storia che finalmente prendono forma propria, una loro organicità. Questo avverrà solo per i macro intrecci di storia. I più evidenti
- Con i macro intrecci non si arriva a capire come finisce il libro, né cosa sia realmente successo in buona parte di esso
- Solo i micro intrecci e uno studio a tavolino di questi, abbinati ad una buona immaginazione possono fornire un epilogo alla storia nel suo insieme
- Pur accontentandosi dei soli macro intrecci (e quindi di non capirci una fava di grossa parte di libro) si arriva dentro parti che racchiudono pensieri incredibilmente profondi. Queste parti sono accessibili pur non capendo sostanzialmente il libro nel suo insieme
- L'immagine con cui descriverei il libro per un lettore di attenzione/impegno medio (e quindi, come già detto, non sufficiente. Devo scriverlo ancora?) è di una scalata a mani nude su per un monte, dove la salita è fatta di pareti ripide e poi altopiani con sbocchi su paesaggi fantastici e nubi a pecorelle e poi ancora piccole discese verso laghi semi calmi ma bui di montagna. Seguiti poi da crepacci, ghiacciai, slavine e cinghiali che ti corrono addosso incazzati perdendo bava e sempre non una, ma varie vette più o meno visibili all'orizzonte. Alla fine dell'ultima pagina si scopre di non essere però arrivati in cima a nessuna di queste, ma di essere finiti in una nube d'alta quota, senza più traccia di quello che si vedeva durante la scalata. Il sentiero però è ora finito, non si esce più da qui e pace a voi tutti
- Solo chi studia il libro può forse avere accesso a uno scenario differente che non sia quello della nube d'alta quota
- Io sono finito nella nube
- Anche perdendosi nella nube seguendo il percorso del lettore con attenzione/impegno medio (non ho più voglia di scrivere il dentro parentesi, fate da soli), finito poi il libro si può cercare la spiegazione di chi lo ha studiato. Questo grazie a internet
- Questo spiegazione non mi ha granché soddisfatto. Un po' sì però
- Il libro non solo è immenso, ma probabilmente andrebbe riletto. Sono praticamente sicuro che nel farlo si avrebbe davanti un libro completamente nuovo
- Non mi sono affezionato a nessun personaggio in particolare. Ugualmente mi manca non potere leggere altre decine di pagine zeppe di storie e personaggi pazzi alla deriva o in rientro dalla deriva, come ormai ero abituato a fare ogni giorno
- È una sensazione strana
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