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L'eccezione
 
L'eccezione 2015-10-21 06:18:54 Natalizia Dagostino
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Natalizia Dagostino Opinione inserita da Natalizia Dagostino    21 Ottobre, 2015
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L'eccezione della verità

Ci sta, una storia di neve, di un inverno inesorabile, ci sta il mare d’Islanda, nero e gelido, il silenzio nobile e maestoso dei fiordi. Scopro l’impronunciabile Auður Ava Ólafsdóttir e il suo ultimo romanzo di cultura nordeuropea, di confine e di umorismo.

In alcuni periodi le verità si svelano, tutte insieme, in modo anche violento e creano sofferenza. Così è per María, madre di due gemelli, Berþóra e Björn, e donna impegnata in una organizzazione non governativa. Per undici anni è l’eccezione nella vita di suo marito, compagno disponibile, accogliente, tenero, il quale decide di fare coming out la notte di Capodanno. I due uomini, omonimi, Flóki e Flóki – un sorriso già solo a nominarli – decidono di condividere la loro vita personale e professionale di ricercatori universitari.

Apprezzo la scrittura che scorre gradevole e i personaggi senza tormenti e pregiudizi sociali: stanno bene e, spensierati ma non superficiali, affrontano con energia il dolore, l’abbandono, la responsabilità. Nelle relazioni, la superficie e la lievità, non indicano necessariamente la mancanza di impegno e di responsabilità.

Le reazioni drammatiche e tormentate non sempre sono segnali di consapevolezza. In questa storia ogni donna e ogni uomo cerca di capire, è disponibile a parlare, a raccontare il dolore e le soluzioni. María è sorpresa e risentita, ma lascia andare suo marito, come lascerà andare suo padre, senza approfittare degli eventi per addossare al “colpevole” l’insuccesso della propria vita.

E’ affezionata, ma non in simbiosi con Flóki, attratta ancora dalla sua pelle, ma non dipendente, perplessa e spaventata dinanzi al padre, ma curiosa, sempre. Ama, soffre e non ricatta nessuno!
Alla natura buia, rigida, severa di Reykjavik si contrappone la flessibilità, l’affettuosa ironia, la luce del carattere dei protagonisti.

A Reykjavík la gente è diversa e le persone sono oneste, dirette, congruenti, simpatiche: il vicino di casa, l’ornitologo Stéingrímur e, soprattutto, Perla, una nana con un PhD in psicologia, consulente matrimoniale di giorno, ghost writer per uno scrittore di thriller, di notte. Che sorpresa questa psicologa diversissima che aiuta nell’unico modo possibile, senza la pretesa di salvare, rimanendo ad ascoltare, a pensare, a cucinare assieme, a recitare il Cantico dei Cantici e la Divina Commedia!

Ogni relazione ci cambia la vita, ma non modifica il nostro nucleo. Il proprio trauma ha come confine la libertà altrui. L’apprendimento è lì, in ciò che accade e che non abbiamo previsto, saputo, capito.

Nessuno/a si senta escluso e rifiutato perché l’altro/a ha scelto diversamente. María, adottando una piccola orfana, continua ad organizzare, a decidere, a scegliere la gioia. Il migliore regalo che fa a se stessa e ai propri figli è confermarsi come una persona felice e ferita, felice e spaventata, felice e triste, felice perché tutta intera, piena di vita.

Ma le tre pentole, rabbia di rancore, rabbia di sfida e rabbia di frustrazione, sono, forse, legate ai confini di una geografia sudeuropea afosa e senza respiro?

“C’è una storia che aspetta me…”p.253
“Scusa se sono riuscito ad amarti solo fin qui…”p.11
“Per certi versi, le relazioni con gli uomini sono più semplici. Basta mostrarsi un minimo interessati e praticamente la cosa è fatta. Il problema, con le donne, è che non vengono a letto con te senza una ragione.”p.225

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