Dettagli Recensione

 
Eureka street
 
Eureka street 2015-10-09 22:02:27 Mario Inisi
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    10 Ottobre, 2015
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Pane, amore e qualche bomba

Questo libro è stato per me una grande delusione. Forse avevo letto le dichiarazioni dell'editore che lo affiancava a Stoner e a Olive Kitteridge e quindi avevo aspettative troppo alte. Non credo che come qualità letteraria si avvicini nemmeno lontanamente a quei due romanzi. La storia parla di un gruppo di amici disoccupati o che fanno lavoretti deprimenti come il recupero crediti presso poveracci più poveracci di loro, delle loro avventure sentimentali con commenti adolescenziali di vario tipo, qualche rissa e battute anche simpatiche ma di un tipo che si è sentito troppo spesso per aver voglia di sentirlo ancora.
Il lato positivo del romanzo è il pacifismo sincero e la nausea per la violenza che all'inizio sembra quasi far da contorno al romanzo ma poi si sente che ne rappresenta l'anima più autentica. Il fatto che i pacifisti si amino, gay, lesbiche, eterosessuali, genitori affidatari e bambini mentre i cattolici sono poeti puerili e donne dal carattere terribile e dalla mente chiusa semplifica e banalizza la lettura. Mi aspettavo di più, soprattutto dopo le dichiarazioni di capolavoro assoluto dell'editore. Ha tanti altri romanzi perchè appioppare al lettore proprio questo? Tant'è vero che stavo già per acquistare i capelli di Harold Roux dopo aver sentito dire che Thomas Williams è meglio dell'altro Williams (quello di Stoner) ma ho deciso di non cascarci per due romanzi di fila. Aspetterò di sentire cosa ne pensa qualcun altro.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La favolosa vita di Oscar Wao
E' un romanzo piacevole specie per chi piace il genere sesso, amore e battutine su sesso e amore e imbranataggine.
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Ciao Mario.
Il problema che implicitamente sollevi, 'come non cascarci' , non è solo tuo, ma riguarda ogni lettore, soprattutto se si tratta di un 'lettore forte' . Penso che ogni editore cerchi di vendere la propria merce, cioè rendere appetibile il libro che pone sul mercato. Personalmente cerco di non dare ascolto a queste sirene; c'è però qualcosa di più sottile e altrettanto inattendibile : le recensioni sui giornali.
Leggo "L'indice", "Tuttolibri", "La lettura". Ebbene ache la stampa specifica evidenzia i suoi limiti : quasi tutte le recensioni sono più o meno positive; c'è una vera inflazione di narrativa contemoranea italiana fra cui è difficilissimo orientarsi; noto troppo spazio dedicato ai sottogeneri (giallo, noir, rosa) cioè alla letteratura d'intrattenimento.
Che fare? Dobbiamo cercare nuove modalità per non cascarci nuovamente.
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Mario Inisi
10 Ottobre, 2015
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Sì, Emilio ma sulla letteratura straniera ci vuole chiarezza. Se mi paragoni un libro a Stoner e a Olive Kitteridge deve avere una marcia in più e deve essere un capolavoro. Hanno un catalogo pieno di romanzi, io credo che un altro vero capolavoro lo devono pure avere, perchè cercare di far passare un romanzo quasi di intrattenimento per quello che non è. Mini il rapporto di fiducia con il lettore. Sugli italiani hai ragione anche io li leggo poco perchè non c'è nemmeno la volontà di farti capire qualcosa. Ma immagino che ci saranno libri bellissimi in giro. e irrintracciabili. All'estero il mercato ho la sensazione che funzioni diversamente ma non sono del mestiere e magari le sensazioni si sbagliano. E anche se ci fossero premi al merito il gusto europeo mi piace in genere meno di quello americano. Io li trovo molto diversi. In genere per regolarmi io punto alcuni lettori di cui mi fido e se un libro piace a loro me lo segno.
Mai fidarsi delle dichiarazioni dell'editore: è appena appena di parte :)
In realtà, Mario, nella tua risposta ad Emilio c'è un dato non considerato: per un editore è meglio vendere mille copie per ciascuno di due libri che duemila copie di un solo libro. Ecco perchè tende a segnalare un numero maggiore di buoni libri di quanto in realtà non disponga nel proprio catalogo. Salvo il fatto che così, come giustamente dici, si gioca un po' di fiducia del lettore.
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Mario Inisi
11 Ottobre, 2015
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Ma basterebbe segnalarlo per quello che è: se l'editore dichiara che il libro è di un certo tipo lo venderà ad altri lettori a cui Stoner farebbe schifo ma che gradiscono invece un altro tipo di romanzo. Secondo me la fiducia con il lettore ha un valore economico per l'editore.
In risposta ad un precedente commento
Rollo Tommasi
12 Ottobre, 2015
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Ha sicuramente valore economico... se i lettori hanno memoria lunga... sul qual dato, permettimi, non scommetterei...
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
13 Ottobre, 2015
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Infatti ho appena acquistato i capelli di Harold, nell'usato però. Alla fine il paragone con Stoner funziona sempre e il lettore famelico abbocca. Speriamo bene.
Però guarda, poter indirizzare un lettore consigliandolo secondo i suoi gusti con una certa onestà dovrebbe pagare soprattutto l'editore più piccolo che si rivolge al cliente con fame di libri controllabile.
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