Dettagli Recensione
Pane, amore e qualche bomba
Questo libro è stato per me una grande delusione. Forse avevo letto le dichiarazioni dell'editore che lo affiancava a Stoner e a Olive Kitteridge e quindi avevo aspettative troppo alte. Non credo che come qualità letteraria si avvicini nemmeno lontanamente a quei due romanzi. La storia parla di un gruppo di amici disoccupati o che fanno lavoretti deprimenti come il recupero crediti presso poveracci più poveracci di loro, delle loro avventure sentimentali con commenti adolescenziali di vario tipo, qualche rissa e battute anche simpatiche ma di un tipo che si è sentito troppo spesso per aver voglia di sentirlo ancora.
Il lato positivo del romanzo è il pacifismo sincero e la nausea per la violenza che all'inizio sembra quasi far da contorno al romanzo ma poi si sente che ne rappresenta l'anima più autentica. Il fatto che i pacifisti si amino, gay, lesbiche, eterosessuali, genitori affidatari e bambini mentre i cattolici sono poeti puerili e donne dal carattere terribile e dalla mente chiusa semplifica e banalizza la lettura. Mi aspettavo di più, soprattutto dopo le dichiarazioni di capolavoro assoluto dell'editore. Ha tanti altri romanzi perchè appioppare al lettore proprio questo? Tant'è vero che stavo già per acquistare i capelli di Harold Roux dopo aver sentito dire che Thomas Williams è meglio dell'altro Williams (quello di Stoner) ma ho deciso di non cascarci per due romanzi di fila. Aspetterò di sentire cosa ne pensa qualcun altro.
Indicazioni utili
E' un romanzo piacevole specie per chi piace il genere sesso, amore e battutine su sesso e amore e imbranataggine.
Commenti
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In realtà, Mario, nella tua risposta ad Emilio c'è un dato non considerato: per un editore è meglio vendere mille copie per ciascuno di due libri che duemila copie di un solo libro. Ecco perchè tende a segnalare un numero maggiore di buoni libri di quanto in realtà non disponga nel proprio catalogo. Salvo il fatto che così, come giustamente dici, si gioca un po' di fiducia del lettore.
Però guarda, poter indirizzare un lettore consigliandolo secondo i suoi gusti con una certa onestà dovrebbe pagare soprattutto l'editore più piccolo che si rivolge al cliente con fame di libri controllabile.
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Il problema che implicitamente sollevi, 'come non cascarci' , non è solo tuo, ma riguarda ogni lettore, soprattutto se si tratta di un 'lettore forte' . Penso che ogni editore cerchi di vendere la propria merce, cioè rendere appetibile il libro che pone sul mercato. Personalmente cerco di non dare ascolto a queste sirene; c'è però qualcosa di più sottile e altrettanto inattendibile : le recensioni sui giornali.
Leggo "L'indice", "Tuttolibri", "La lettura". Ebbene ache la stampa specifica evidenzia i suoi limiti : quasi tutte le recensioni sono più o meno positive; c'è una vera inflazione di narrativa contemoranea italiana fra cui è difficilissimo orientarsi; noto troppo spazio dedicato ai sottogeneri (giallo, noir, rosa) cioè alla letteratura d'intrattenimento.
Che fare? Dobbiamo cercare nuove modalità per non cascarci nuovamente.