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La casa della Moschea.
"Voi resterete fino a quando tutti saranno partiti e tutti saranno arrivati."
I libri spesso vengono letti perché subiscono un grande lancio da parte delle case editrici o per il cosiddetto passaparola e spesso restiamo delusi, questo racconto di Kader Abdolah per niente popolare, è una perla rara, la storia è una di quelle che ti restano in mente per un bel po', ci racconta usi e costumi di un popolo molto lontano dal nostro, ci avvicina ad una terra, quella iraniana, troppo spesso teatro di guerre e lotte religiose.
Chi sono: l'imam, gli ayatollah, i talebani? Chi è stato per questo popolo Komeini? Che ruolo hanno e come pensano le donne costrette da millenni ad indossare il chador? Quanto sono distanti da noi donne occidentali che ci crediamo rispetto a loro libere e moderne? Questo libro ci risponde a tutte queste domande ed ad altre ancora, per questo è una lettura interessante e suggestiva.
"La casa della moschea" ci racconta la vita della famiglia di Aga Jan, responsabile della moschea di Senjan e mercante di tappeti del bazar, ripercorriamo insieme agli abitanti di questa casa, un bel pezzo di storia, all'inizio l'Iran è sotto il governo dello Scià, un uomo considerato da molti il burattino degli americani, Komeini è in esilio, ma il suo spirito vive con forza nel corpo dei giovani imam che cercano in ogni occasione e con ogni mezzo di rovesciare chi comanda.
La rivoluzione serpeggia per le strade di tutto il paese, alla fine lo Scià è costretto a fuggire ed a chiedere asilo in Francia, Komeini torna al potere ed instaura un vero e proprio governo del terrore, qualsiasi persona legata al vecchio potere deve essere uccisa o incarcerata, deve essere creato un nuovo stato islamico nel nome del Dio Allah.
"L'America farà di tutto per rovesciarci. Voglio che ciò che resta del regime venga spazzato via. Elimina chiunque si opponga alla rivoluzione! Se è tuo padre, elimina tuo padre! Se è tuo fratello, elimina tuo fratello! Elimina qualsiasi ostacolo all'affermazione dell'Islam! Tu sarai il mio emissario, ma l'unico a cui devi rendere conto è Allah! Dimostra a tutti che la rivoluzione è irreversibile. Comincia adesso! Subito!"
E' l'avvento di un periodo di terrore e di difficoltà. La rivoluzione porta a galla il lato peggiore delle persone. Non ci si può fidare di nessuno, neppure del proprio fratello o sorella, della propria madre o del padre, perché come la storia ci insegna la malvagità e il tradimento fanno parte purtroppo dell'animo umano.
Gli iraniani sono chiamati da Komeini a combattere una guerra lunga e sanguinosa, che si svolge al confine, con gli iracheni di Saddam Hussein,
Molti saranno i morti e tanto il tempo che dovrà passare prima che la pace si affacci di nuovo nella "casa", tanti i cambiamenti: qualcuno fuggirà, altri torneranno, ed altri ancora non ci saranno perché uccisi durante la rivoluzione di loro, si sentirà la mancanza ed il dolore aleggerà tra quelle mura, solo un uomo Aga Jan ci sarà sempre, una figura meravigliosa che nonostante tutti gli eventi rimane fedele alle proprie tradizioni ed alla propria religione.
"La storia della casa della moschea è lungi dall'essere conclusa, ma è come la vita: ognuno deve pur scendere da qualche parte. C'è una frase che ritorna sempre alla fine degli antichi racconti persiani: -La nostra storia è finita, ma il corvo è lungi dall'aver raggiunto il suo nido."
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