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La strada
 
La strada 2015-09-23 12:24:22 Arianna
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Arianna    23 Settembre, 2015

Un libro silenzioso, in bianco e in nero

“La Strada”, un romanzo scritto nel 2006 da Cormac McCarthy, è un libro veramente inusuale, mi piace definirlo un libro silenzioso in bianco e in nero. Questi aggettivi, seppur insoliti per un libro, lo rispecchiano perfettamente. McCarthy infatti presenta al lettore una situazione estremamente triste e difficile per i personaggi, dove la gioia, i colori e le persone sono state bruscamente spazzate via, per lasciare il posto ad un’atmosfera cupa e buia dove regna il silenzio e la desolazione.

La trama del romanzo è fondamentalmente semplice: McCarthy narra di uno spaccato di vita, (sempre se vita si può definire), di un padre e di un figlio, che in balia del nulla si trovano giorno dopo giorno a lottare per la loro sopravvivenza.

Un vecchio carrello della spesa dalle ruote arrugginite, un pentolino e qualche coperta bucata, questo è tutto ciò di cui dispongono i due protagonisti.
L’elemento eccezionale che rende unico questo libro è lo sfondo, estremamente cupo e misterioso. Si tratta di un panorama indefinito, forse una regione o una valle, dove tutto è stato raso al suolo, tutto è stato distrutto. Le pianure sono aride, non ci sono animali, non si trova acqua pulita, l’atmosfera è immersa in un gelo penetrante, buio e senza vita. Il background fa pensare alle conseguenze di un’improvvisa apocalisse, una specie di inferno dove regna il silenzio, la diffidenza e dove la pace non è mai esistita.

L’uomo e il bambino vagano per questo panorama desolato in cerca di risorse e di qualcosa di commestibile, ogni tanto vedono un cadavere, ogni tanto un uomo vivo.
Nel primo caso passano oltre, completamente noncuranti della disgrazia, limitandosi a derubarlo in caso di averi considerati preziosi, come un coltello, un filo o un bottone. Nel secondo caso invece, colti alla sprovvista, se possono si nascondono, altrimenti premono il grilletto.

Durante il percorso gli incontri, seppur rari, sono particolarmente significanti, si imbattono una volta in una banda di superstiti, che si trovano più o meno nelle stesso loro condizioni disumane. Il bambino durante questo “incontri” assiste a scene raccapriccianti, che lasceranno un solco profondo nel suo animo fragile: un gruppo di uomini e donne, seduti attorno ad un falò, che cuociono, infilato in un ramo, un neonato. Questa appena riportata è una delle scene più crude e violente del libro, che rende partecipe il lettore, mostrandogli fin dove l’uomo può spingersi nei momenti di disperazione.

Al contrario però ci sono scene estremamente dlci e commoventi, dove il padre nonostante le avversità cerca di crescere il proprio figlio al meglio, sacrificandosi al suo posto, cedendogli la razione maggiore di pane, o l’ultimo goccio d’acqua.

Il tema della morte è una costante ripetuta per tutto il libro, il bambino domanda più e più volte al padre la struggente frase “papà, stiamo per morire?”.I discorsi tra il padre e il figlio sono ridotti a poche battute, i due si parlano solo nei momenti di estremo bisogno o nei momenti di assoluto sconforto, questo conferisce al libro un tono particolarmente silenzioso. Ciò che accentua la sobrietà e semplicità dei dialoghi sono l’assenza di aggettivi e avverbi, e l’assenza di virgolette nei discorsi diretti.

“La strada” è il tipo di libro che mantiene il lettore incollato alle pagine fino alla fine, chi lo legge può sentirsi confuso e anche dopo aver terminato la lettura potrebbe non comprendere il senso del libro. McCarthy probabilmente ha voluto mettere in risalto l’importanza dei rapporti tra le persone, che poco a poco stanno scomparendo silenziosamente. I rapporti e le emozioni si intensificano però nel momento del bisogno, come nel caso del padre e del figlio, sono uno la ragione di vita dell’altro, questo perché sono l’unica cosa che hanno. Ma se invece le condizioni in cui si trovassero fossero diverse? Se non avessero bisogno di percorrere chilometri per mangiare e bere e non avessero bisogno di foglie per non morire di freddo, si sarebbero comunque voluti così bene? Avrebbero capito che l’unica cosa che l’uomo può possedere in eterno è l’amore?
Forse no, non l’avrebbero mai capito, e senza quest’imperdibile lettura molte persone non lo capiranno mai.

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