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Viversi
L'evoluzione di un vivente, lo stupore della crescita; l'inevitabile percezione della decadenza, degli anni che passano; la novità delle sensazioni che penetrano nella carne, che strisciano addosso, soffermandosi sulle fragilità, sui ricordi, sulla coscienza. Pennac racconta tutto questo in un diario. Tenuto dal dodicesimo all'ottantottesimo e ultimo anno, "non è un resoconto giorno per giorno, semmai sorpresa per sorpresa, scandito da lunghi silenzi in quei momenti della vita in cui il nostro corpo si fa dimenticare".
La vita, semplicemente. L'esperienza della vita addosso, quella vita tanto attesa dal basso di un corpo di dodici anni che si guarda allo specchio e decide di crescere; ma, soprattutto, di vedersi crescere, di combattere la paura di esistere a dispetto di una madre per la quale rappresenta nient'altro che il "fantasma" di un uomo.
E' un corpo che alla fine si lascia abbandonare, lasciando i suoi spettatori in balia di emozioni contrastanti di fronte alla mancanza di un finale. Non esiste un finale perché le stesse energie necessarie per la sua stesura vengono a mancare.
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Ti ringrazio.
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Una bella presentazione del libro di un autore che ho volutamente trascurato dopo aver letto il suo testo in cui dava consigli sulla modalità di lettura, testo che ho trovato supponente , dii scarso interesse e piuttosto irritante.