Dettagli Recensione
La voce delle onde di Yukio Mishima
Libro essenziale, scorrevole e poetico, che consiglierei come lettura per adolescenti. Una storia d'amore semplice, ambientata in un villaggio di pescatori di un'isola giapponese, sulla quale vivono persone semplici, che hanno per ideali il lavoro e la famiglia.
Il mare e onde sono coprotagonisti della storia, visto che fanno da sottofondo a tutte le vicende, soprattutto alla storia d'amore fra Hatsue e Shinji. Le onde, anche se tempestose, sono la voce assidua dello spirito dei protagonisti e il mare è il canto che serve per celebrare i giovani e ingenui amanti. In questo libro vediamo un mondo simbolico, dove uomo e natura si fondono. Mondo anelato dal protagonista, quanto il suo amore per le tradizioni, visto il suo disagio esistenziale rispetto alla società industriale in cui viveva.
Bimbo cresciuto da una nonna troppo presente e assillante, che l'ha instradato alla tradizione giapponese. Ragazzo con una debole e fragile costituzione fisica: cosa inaccettabile per un giapponese nato nel culto dei samurai. Per questo si dedica alla cura del corpo, attraverso arti marziali e rafforzamento dello stesso con body building ed allenamenti di ogni tipo.
Nonostante il suo masochismo, il sadismo e la sua omosessualità si sposa e fa due figli: un modo come un altro di tuffarsi nella tradizione e perpetuare la specie.
La sua solitudine e il suo edonismo ci permettono di tracciare similitudini con il nostro Gabriele D'Annunzio e anche con Oscar Wilde.
In Mishima batte un cuore da samurai, pronto come i nobili guerrieri dell’antico Giappone a dare la vita per il proprio Signore. E come i samurai, in diretta televisiva, si auto infligge il seppuku, che non equivale in nessun modo al suicidio da noi concepito in Occidente. Per noi è una sconfitta, un sintomo di debolezza e volubilità, un crimine. In Giappone l’harakiri è l’ultima vittoria, il solo modo di salvare la propria integrità in caso di insuccesso, era la vivificazione incessante di un Giappone protettore di valori più alti e nobili della vita, rispettabili a costo della vita stessa che rimane, senza di essi, vuota ed incompiuta. La tradizione giapponese lo vedeva come unico modo per recuperare l'onore perduto.
Ho dovuto informarmi sulla vita dell'autore per apprezzare questo primo libro, che altrimenti mi sarebbe sembrato un po' banale e semplice. Comunque è una lettura carina, a mio avviso niente di più.
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Commenti
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Sostanzialmente condivido la tua valutazione. Anch'io ho trovato carino questo libro; però ben distante qualitativamente da altri, veri capolavori primo fra tutti "Neve di primavera".