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Cocksure e wasp?
Satira e ambiguitá erano giá ferocemente presenti nel titolo originale di questo romanzo del ’68 di Mordecai Richler “Cocksure”, correntemente tradotto come “ sicuro di sé, impettito, presuntuoso”, con un esplicito riferimento all’organo genitale maschile. Né si può dire che questo aspetto sia poco rilevante nel romanzo, anzi. Il protagonista, Mortimer, é costantemente afflitto da una insicurezza che compromette la sua vita sessuale, e provoca in lui un calo avvilente di autostima.
Un romanzo che mette in discussione la cultura e la controcultura anglosassone della fine degli anni sessanta. Richler non si limita a scardinare le più comuni e solide basi su cui aveva prosperato ed era cresciuta la borghesia anglosassone, la sua satira va oltre, investe la spregiudicatezza a volte imbarazzante e grottesca con la quale si vuole rinnovare la cultura e la società . Emblematico, a questo proposito, è il modello educativo adottato da Joyce , la moglie di Mortimer, nell’educazione del figlio Doug, che cresce testimone dell’ infedeltà della madre e ne diventa complice.
Uno dei temi centrali del romanzo é certamente l’antagonismo tra la cultura ebraica e quella protestante. Qui l’ambiguità é esplicita e percorre tutto il corso della narrazione. Mortimer nega ripetutamente di essere antisemita, ma il suo orgoglio wasp (bianco anglosassone protestante) lo rende sospetto agli occhi degli amici ebrei. La satira ovviamente, anche qui, investe non solo il mondo dei gentili, ma anche lo stesso ambiente ebraico, un po' alla maniera del primo Woody Allen. Il lettore, sicuramente divertito, non ha, tuttavia, certezze. L’ambiguità investe ogni campo, quello sessuale, quello politico, quello sociale. Il personaggio più emblematico è il Creatore di stelle, una grottesca caricatura del magnate hollywoodiano, che esercita il suo potere come un padrino mafioso e aspira a divenire onnipotente. Una sorta di divinità terrena.
La ferocia narrativa di Richler non risparmia nessuno e la sua predilezione per i coup de theatre offre un’inaspettata conclusione della storia, come sarà per “La versione di Barney”.
Un libro dissacrante e molto “british”, una lettura molto piacevole.
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Commenti
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Come sempre, un bel commento.
Non so se il libro possa piacermi, però dev'essere molto 'curioso' .