Dettagli Recensione
Max & Budo
L'idea di raccontare la storia dal punto di vista di Budo mi è piaciuta molto. La scelta del narratore tante volte è quella decisiva per un libro, secondo me. Max e Budo sono amici da molto tempo e infatti, Budo, è l'amico immaginario più "vecchio" tra tutti gli amici immaginari che conosce. E' anche l'unico ad avere sembianze davvero umane, tanto che quando gli altri lo vedono rimangono sempre sbalorditi. Budo è quella "persona" che da sempre tende la mano a Max nel momento del bisogno, è l'unico che sa cosa dire e cosa fare nei momenti del bisogno. E' per questo che Max gli vuole così bene e continua a credere in lui. Se mai dovesse smettere di crederci, Budo scomparirebbe. Max non è un bambino come tutti gli altri, ha un problema: l'autismo. Lui vive nel suo mondo e nonostante i genitori e gli insegnanti cerchino di aiutarlo a fare amicizia, gli altri bambini tendono ad allontanarlo. Hanno paura, forse. O semplicemente non sanno come comportarsi.
Tra tutte le maestre di Max, la signora Patterson è sicuramente quella più strana e a Budo non piace per niente. Tutti i timori di Budo si confermano quando, un giorno, vede Max e la signora Patterson salire in macchina e sparire dietro l'angolo. Budo non sa che fine ha fatto il suo amico, non sa come raggiungerlo e non sa da che parte cominciare. Continua a pensare finchè gli viene un'idea: salirà sulla macchina della Patterson e andrà con lei da Max. E' l'unico modo per poter scoprire che fine ha fatto. L'idea di Budo va a buon fine e riesce a trovare Max, nascosto dietro ad una porta che si può aprire solo da fuori. Il problema più grande è proprio questo: come aiutare Max a scappare?
Non vado avanti altrimenti direi un sacco di cose che è bello scoprire piano piano. Questo libro insegna una cosa importante: l'unica persona su cui potremo sempre contare, indipendentemente da tutto e da tutti, siamo noi stessi.