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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
 
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve 2015-08-10 14:29:50 Anna_Reads
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
4.0
Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    10 Agosto, 2015
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Un nonnino un po' pulp...

SPOILER

2 maggio 2005 Allan Karlsson compie 100 anni.
… e decide di fuggire scavalcando la finestra della casa di riposo dove vive. Perseguitato da un'infermiera che sembra uscita da "Amici Miei – Atto III", Allan si dirige alla stazione dei bus, destinazione ignota.
Qui un malvivente giovinastro gli ordina in malo modo di tenergli d'occhio la valigia mentre va in bagno.
Allan ruberà la valigia, che è piena di denaro.
E il giovinastro morirà, di lì a poco, in una cella frigorifera. Ivi dimenticato da Allan e dal un suo – appena conosciuto - complice Julius. Sorte analoga (ma all'estremo angolo del pianeta) toccherà ad un altro membro della banda (in realtà morirà schiacciato da un elefante instigato da Allan, ma poi il corpo sarà ritrovato… altrove. Lunga storia). Il capo-banda, invece, penserà bene di mettersi dalla parte di Allan e di unirsi alla sua, di banda.
In parallelo con la vicenda contemporanea, il romanzo ripercorre la lunga vita di Allan, più o meno dal suo inizio.
Una vita incredibile, letteralmente dentro a tutti gli avvenimenti del secolo. Ma non solo "dentro".
In genere Allan non è solo "testimone" degli eventi, ma decisamente "causa" degli stessi.
Tipo l'incendio di Vladivostok nel 1953.
Altri personaggi incroceranno il cammino di Allan. Sia nel tempo presente, sia nella narrazione del passato. Predicatori pazzi, omonimi di illustri scienziati, signorine troppe stupide per fare le cameriere (ma adattissime ad essere ambasciatrici), amabili fisici nucleari sovietici, De Gaulle, Stalin, Lyndon B. Johnson etc.
Sboccate ex-fanciulle in fiore proprietarie di elefanti, quasi-dottori in ogni branca dello scibile umano, teneri commissari e viscidi Pubblici Ministeri.
La lettura è lieve, ma non banale, secondo me.
Rimane addosso quella sensazione rassicurante, anche sé – ahimè – completamente fallace, che "vada tutto bene", che traspare da certi film di qualche anno fa, tipo "Don Camillo e Peppone" in cui, sì, c'erano opinioni divergenti, ma alla fine prevalevano il buon senso, il rispetto dell'altro, la vita.
In questo libro muoiono solo i cattivi (a volte i pazzi) e sembrano un po' le morti di Pulp Fiction, talmente fumettose e truculente che alla fine fanno ridere.
Ahimè, alla fine non va tutto bene, e il buon senso, il rispetto e la vita non prevalgono,però finché leggi il libro fai finta di crederci.
Ed è piacevole.

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Commenti

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Mi piacciono le tue analisi, anche se ti confesso che, quando ne vedo di troppo lunghe, "salto". Sono sempre abbastanza di corsa, visto che ho un sacco di cosa da fare, quindi a volte scavalco quelle più lunghe (anche se, ahimé, varrebbe la pena leggerle). Con questo mio commento mi scuso per quelle che non riesco a leggere e mi complimento per le altre che ho letto.
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
11 Agosto, 2015
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Grazie, sei molto gentile e capisco perfettamente :)
Devo dire che sto lavorando su questo aspetto. Ma le recensioni un po' "datate" (è ormai qualche anno che ho preso l'abitudine di "recensire" i libri che leggo, essenzialmente per non dimenticarmeli) sono ancora molto prolisse.
Miglioreremo!
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