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Un nonnino un po' pulp...
SPOILER
2 maggio 2005 Allan Karlsson compie 100 anni.
… e decide di fuggire scavalcando la finestra della casa di riposo dove vive. Perseguitato da un'infermiera che sembra uscita da "Amici Miei – Atto III", Allan si dirige alla stazione dei bus, destinazione ignota.
Qui un malvivente giovinastro gli ordina in malo modo di tenergli d'occhio la valigia mentre va in bagno.
Allan ruberà la valigia, che è piena di denaro.
E il giovinastro morirà, di lì a poco, in una cella frigorifera. Ivi dimenticato da Allan e dal un suo – appena conosciuto - complice Julius. Sorte analoga (ma all'estremo angolo del pianeta) toccherà ad un altro membro della banda (in realtà morirà schiacciato da un elefante instigato da Allan, ma poi il corpo sarà ritrovato… altrove. Lunga storia). Il capo-banda, invece, penserà bene di mettersi dalla parte di Allan e di unirsi alla sua, di banda.
In parallelo con la vicenda contemporanea, il romanzo ripercorre la lunga vita di Allan, più o meno dal suo inizio.
Una vita incredibile, letteralmente dentro a tutti gli avvenimenti del secolo. Ma non solo "dentro".
In genere Allan non è solo "testimone" degli eventi, ma decisamente "causa" degli stessi.
Tipo l'incendio di Vladivostok nel 1953.
Altri personaggi incroceranno il cammino di Allan. Sia nel tempo presente, sia nella narrazione del passato. Predicatori pazzi, omonimi di illustri scienziati, signorine troppe stupide per fare le cameriere (ma adattissime ad essere ambasciatrici), amabili fisici nucleari sovietici, De Gaulle, Stalin, Lyndon B. Johnson etc.
Sboccate ex-fanciulle in fiore proprietarie di elefanti, quasi-dottori in ogni branca dello scibile umano, teneri commissari e viscidi Pubblici Ministeri.
La lettura è lieve, ma non banale, secondo me.
Rimane addosso quella sensazione rassicurante, anche sé – ahimè – completamente fallace, che "vada tutto bene", che traspare da certi film di qualche anno fa, tipo "Don Camillo e Peppone" in cui, sì, c'erano opinioni divergenti, ma alla fine prevalevano il buon senso, il rispetto dell'altro, la vita.
In questo libro muoiono solo i cattivi (a volte i pazzi) e sembrano un po' le morti di Pulp Fiction, talmente fumettose e truculente che alla fine fanno ridere.
Ahimè, alla fine non va tutto bene, e il buon senso, il rispetto e la vita non prevalgono,però finché leggi il libro fai finta di crederci.
Ed è piacevole.
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Devo dire che sto lavorando su questo aspetto. Ma le recensioni un po' "datate" (è ormai qualche anno che ho preso l'abitudine di "recensire" i libri che leggo, essenzialmente per non dimenticarmeli) sono ancora molto prolisse.
Miglioreremo!
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