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L'arte di correre
 
L'arte di correre 2015-08-05 19:54:26 mia77
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Stile 
 
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mia77 Opinione inserita da mia77    05 Agosto, 2015
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L'arte di correre di Haruki Murakami

Un libro sull’autodisciplina, la resistenza alla fatica e sull'importanza della motivazione, nel quale la corsa diventa metafora della scrittura e del lavoro dell'autore.
La corsa vista come esercizio, meditazione e rafforzamento del corpo e dello spirito, racchiude in sé una dimensione ascetica (dal greco askesis, parola che in origine significava proprio esercizio, allenamento di un atleta in vista di una prova). Così in Murakami l’askesis si fonda su pratiche che mirano a sviluppare e a controllare le capacità fisiche e questa ascesi del corpo ha effetti positivi sull'efficienza della mente e sulla capacità di scrittura ("L'azione di correre mi aveva portato in un territorio quasi metafisico. Prima di tutto esisteva la corsa, e in funzione della corsa esistevo io. Corro, dunque sono").
Murakami, che di mestiere fa lo scrittore e si applica con metodo al proprio lavoro per diverse ore al giorno, considera lo scrivere un'attività faticosa e difficile, che obbliga ad esplorare zone buie della psiche. Per questo ha bisogno di compensazione, tramite un esercizio altrettanto regolare e rigoroso che aiuti a ripulire la mente e che lui ha trovato nella corsa (interessante non tanto come attività in sé, ma come esercizio di disciplina). Lo scrittore, vero esempio del motto "no pain no gain", pensa che la maratona sia una grande scuola di sopportazione, che si fa prima con la testa e poi con il fisico. I risultati si vedono nel lungo periodo e si deve avere ben chiaro il punto di arrivo. La maratona si corre in mezzo a tantissime persone, ma è un esercizio individuale, è una lotta per superare il sé stesso del giorno prima.
Se all’inizio del libro Murakami cerca di dare una risposta al motivo che lo spinge a correre almeno un’ora al giorno, dopo poche pagine si accorge che durante quell’ora non pensa a qualcosa di particolare, anzi non pensa del tutto: è sé stesso, nudo di fronte al lettore ed è anche possibile che la corsa sia per lui un esercizio per poter raggiungere il vuoto.
Da quando ha iniziato con la corsa di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno fa si è recato in Grecia, dove per la prima volta ha percorso, sotto il sole cocente di Luglio, tutto il tragitto classico della maratona (i 42 km e 195 mt) e da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni. Il suo libro ha ispirato ed è molto diffuso fra i runners e anche il nostro attuale presidente del consiglio Renzi, appassionato di running, il giorno della fiducia alla Camera e al Senato si è presentato in aula con il romanzo di Haruki Murakami. Non per questo motivo lo consiglio, ma perché è un manuale interessante, scritto in modo semplice e fluido (totalmente diverso dai romanzi onirici di Murakami ai quali siamo abituati, ma comunque interessante). Lo consiglio.

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Commenti

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Non mi piace per nulla correre e i miei tentativi con Murakami si concludono mediamente dopo 80 pagine. I commenti (tuo compreso) su questo libro in particolare mi tentano. Forse un domani ci riprovo.
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mia77
06 Agosto, 2015
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Non è uno dei soliti romanzi onirici di Murakami, ma un piccolo saggio sul suo pensiero. Provaci, è anche breve!
Brava Mia, fai bene a consigliarlo perché si va ben oltre la corsa e la scrittura, in fondo è una ricerca di se stessi nella consapevolezza dei propri limiti che, ovviamente, si deve cercare di spostare sempre più in là, in tutti i campi della vita.
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