Dettagli Recensione
Alla ricerca del passato.
Era la prima volta che leggevo un romanzo di Banana Yoshimoto e devo dire che onestamente sono rimasto abbastanza deluso. Da quello che avevo letto in giro il suo modo
di scrivere veniva spesso paragonato a quello di Murakami e invece devo dire che in comune hanno solo la nazionalità. La Yoshimoto non solo risulta più lenta di Murakami (cosa già di per sè non facile) ma soprattutto manca di quel pizzico di thriller/curiosità che riesce a mettere sempre Murakami nei suoi romanzi, quel pizzico di suspense che anche quando scrive 700 pagine riesce comunque a farti arrivare alla fine di corsa perché vuoi sapere assolutamente come andrà a finire. Banana Yoshimoto no.
La storia di questo romanzo è molto semplice, due cugini, una uomo e una donna, si ritrovano dopo tanto tempo perché l'uomo ha deciso di riavvicinarsi alla cugina, questo su richiesta della madre che prima di morire gli aveva detto "prenditi cura di tua cugina". Così più della metà del romanzo si svolge in maniera quasi statica, tra pensieri malinconici della protagonista, mezze avance del cugino e ricerche su chi aveva avuto rapporti con le rispettive madri. Verso la metà del racconto scopriamo poi che una delle due madri, cultrice dell'occulto, durante una seduta spiritica aveva commesso un'omicidio. La ricerca dei due si fa quindi più intensa, vogliono non solo ritrovare persone a cui la madre aveva fatto del male ma anche visitare i luoghi della loro infanzia. Finché, dopo una proposta di matrimonio buttata là dal cugino, non arriva l'imprevisto e (questo si) originale finale.
Un racconto di una lentezza eccessiva per essere un romanzo di sole 150 pagine in cui principalmente tutto si basa sulla malinconia pregressa della protagonista e nella voglia di riscatto del cugino (e forse anche di matrimonio). La storia sembra più che altro degna di un manga per ragazze, c'è l'amore, c'è la malinconia, c'è un pò di soprannaturale, però onestamente sebbene poi la fine mi abbia sorpreso non posso dire che il libro mi
abbia catturato, anzi a tratti l'ho trovato abbastanza lento. La scrittura era semplice, i periodi a tratti un pò troppo lunghi ed alcune descrizioni evitabili.
Onestamente non mi ha preso, credo di averlo finito solo perché era breve, 100 pagine in più e probabilmente lo avrei abbandonato (perdendomi anche un finale non scontato).
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Anche a me è capitato di essere deluso dalle opere dell'autrice, spesso banali. È andata meglio col suo ultimo libro, "Il lago" , letto recentemente, che può tranquillamente collocarsi a un buon livello.