Dettagli Recensione
Banana in the Kitchen
Kitchen, una delle opere piu' acerbe della Yoshimoto ( in edizione Feltrinelli pubblicato col racconto Moonlight Shadow, sua prima prova letteraria) fu anche uno dei suoi grandi successi su scala mondiale. I giovani protagonisti dell'opera sono proposti nel momento della privazione, quando la vita strappa loro gli affetti piu' cari. Dal dolore e dallo smarrimento della solitudine nascono però nuove opportunita' affettive, si aprono porte e si creano solidi legami . Così la cucina ed il buon cibo sono il luogo ed il mezzo con cui si resta legati a un passato ormai alle spalle, mentre gli ingredienti di un nuovo piatto vengono disposti in pentola.
La scrittura di Banana Yoshimoto incede placidamente , con semplicita' narrativa e mite imposizione di situazioni improbabili rende difficile una polemica acida al suo lavoro: e' arduo accanirsi in critiche su un lavoro gentile. Eppure nonostante qualche rara eccezione l'incompatibilita' tra me e Banana esiste. Anche in the Kitchen.
Follemente innamorata della penna dei grandi nomi della letteratura giapponese del secolo scorso ma anche dei piu' arcaici scritti della lettetatura Imperiale, la moderna " giapponesita'" di ispirazione manga della Yoshimoto a me trasmette un gran poco, in particolare nel qui presente testo. Il suo surrealismo non ha la potenza che in altri autori diventa poesia, ritengo che molti dei suoi contenuti (e troppo spesso) rasentino la banalità.
Trovo che questo romanzo - come altri suoi - sia un fenomeno fortemente evanescente, senza bisogno che trascorrano mesi e decine di libri gia' dopo qualche ora e' sfumato nel nulla. Esattamente come abbracciare una nuvola : per quanto sia invitante l'idea, ammesso si riesca ad agguantarne una, stringi che stringi la nuvola tra le braccia, alla fine trovi solo il tuo medesimo corpo. E null'altro.
Certamente un buon risultato per chi ama il suo stile, per me restera' sempre un mistero il grande successo di questa autrice e con questo ultimo tentativo mi arrendo a una strada biforcuta.
Commenti
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ci tenevo particolarmente al tuo giudizio su questa "evanescente" autrice..., tu che spazi in lungo e in largo nell'orizzonte letterario nipponico di tutti i tempi
personalmente questa "giapponesità" moderna non mi piace e vedo che il tuo parere non si discosta dal mio
Per me questo e' il peggiore dei suoi libri che ho letto.
Be dai e' stato uno scambio equo :-)
Il mio autore preferito e' Mishima Yukio, di cui ho amato tutto alla follia eccetto LA SCUOLA DELLA CARNE. IO lo conobbi con LA VOCE DEL MARE, uno dei suoi romanzi meno impegnativi ma di una bellezza prettamente giapponese che ancora oggi ricordo indelebile. Notevole anche Kawabata, KOTO e' il mio preferito.
Ciao !
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