Dettagli Recensione
Una parola
Il tutto comincia con una parola. Che manca. Una docente universitaria, intanto che tiene un suo discorso in pubblico, ha un attimo in cui una determinata parola con le viene in mente. Nessuno se ne accorge. Ma per lei è un primo leggerissimo segnale. Seguono altri campanellini e nel giro di poco le viene diagnostica una malattia degenerativa, inaspettata. Il libro è un lungo percorso che, ovviamente romanzato, ci racconta la lenta progressione della malattia, le certezze che vengono sbrindellate. Perché i suoi “ieri” pian pianino stanno scomparendo, i suoi “domani” sono incerti e, con lei, impariamo cosa vuol dire vivere giorno per giorno, nel presente. Impariamo cosa può voler dire non avere ricordi, sentire la mancanza di se stessi, perdere il controllo della propria mente, non potersi più fidare di se stessi. Il libro è emozionante. Lo è il tema, perché è toccante e ognuno di noi può sentirlo vicino o per la paura che questo male avvicini noi stessi o comunque qualcuno dei nostri cari. E’ splendido un insegnamento che si trova nel corso della lettura: “siate creativi, siate utili, siate pratici, siate generosi, e finite in bellezza”.
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