Dettagli Recensione
Un magnetismo insolito
Questo è il primo romanzo che leggo di questa autrice ungherese, venuta a mancare nel 2007.
Considerata una notevole "scrittrice" del secolo passato, mi sono decisa a leggerla, incuriosita anche dal titolo dell'opera.
Una sala da ballo, due persone mascherate e molte cose da dirsi, sono la base del romanzo. Visto che le cose da raccontarsi, fra la giovane Kristi e la sua insegnante Eva, sono molto intime e personali, entrambe decidono di parlare e raccontarsi in terza persona.
Una scelta che può un pò sconcertare il lettore o almeno è stato così nel mio caso.
Inizialmente non ne vedevo l'utilità ed anzi non riuscivo ad "immergermi" totalmente nel libro.
Se qualcuno durante la lettura mi avesse chiesto: "Ma com'è il libro che stai leggendo?"; io gli avrei risposto che in fin dei conti non era male, ma niente di che, nella norma.
Solo che dopo tutte queste cose, non riuscivo a smettere di leggerlo; ero insolitamente attratta da un libro che non mi aveva colpito ma che mi attraeva. Infatti l'ho finito in pochissimo tempo.
Solo alla fine sono riuscita a capire ed a comprendere la scelta di stile dell'autrice. Spesso parlando di noi in terza persona riusciamo a raccontare, di noi, anche la parte più intima del nostro essere.
Comunque è un libro che mi sento di consigliare, soprattutto per gli argomenti trattati; ci troviamo in un paese, l'Ungheria, post conflitto mondiale, in cui molti bambini sono dovuti crescere senza un genitore ed in cui la solidarietà fra piccoli ci ricorda che aiutare gli altri non ci costa niente e ci fa stare meglio.
Vedremo se nel prossimo libro che leggerò di questa autrice lo stile sarà il medesimo.
Buona lettura!