Dettagli Recensione

 
Il buio oltre la siepe
 
Il buio oltre la siepe 2015-07-27 16:29:55 Anna_Reads
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    27 Luglio, 2015
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Scout, Scarlett

Harper Lee - Il Buio oltre la Siepe

(Questo libro è una ri-lettura di gruppo e segue il vituperato "Leggere Lolita a Teheran".
Inoltre per motivi che ignoro, il mio cervello lo ha associato a Via Col Vento di Margaret Mitchell; averli letti tutti e due facilita la comprensione, ma non è fondamentale).

SPOILER - SPOILER - SPOILER - SPOILER– SPOILER– SPOILER– SPOILER– SPOILER–

Margaret Mitchell, in Via col Vento, riferendosi all'epoca in cui ambienta il suo romanzo (gli anni intorno alla Guerra di Secessione), dice più o meno che nessuna era stata più ostile di quella alla "spontaneità femminile".
Abbiamo letto "Il Buio" dopo "Leggere Lolita a Teheran" e non ho potuto fare a meno di notare le profonde somiglianze fra le nostre trisnonne (americane e non) e le loro nipoti iraniane. Poco importa che le prime fossero sottoposte a convenzioni che "esaltavano" il corpo femminile, mentre le seconde ad altre che lo "nascondono". Busti, veli, corsetti, fasce per i piedi, tacchi alti e torture varie per me "pari sono". Vero che alcune pratiche sembrano scelte "spontaneamente", ma sulla spontaneità di vedere bambine con lo smalto sulle unghie, biancheria vezzosa, capelli lunghissimi e pendenti alle orecchie io ho molto da eccepire.
Ma va be'.
Il Buio Oltre la Siepe è ambientato nel 1935, anni dopo, ma ancora nella "scia" del periodo di Scarlet/Rossella, di quella società e di quel tipo di mentalità. Le signore di Maycomb mettono ancora il busto (ma solo alla domenica), si scambiano visite, si preoccupano di tradizioni familiari, di quanto tempo una famiglia sia legata ad un determinato pezzo di terra, di pettegolezzi, giardinaggio e facezie simili.
Da tutto questo è (momentaneamente) indenne la piccola protagonista del romanzo, Jane Luise Finch, detta Scout. Bimbetta di 6 anni, orfana di madre, con un papà avvocato, affettuoso ed un tantino sopra le righe, un fratello maggiore di 12 anni, Jem, una bambinaia, Calpurnia.
L'autrice, attraverso la narrazione in prima persona da parte di Scout, riesce a creare un personaggio fresco e vivace, solo a tratti un tantino petulante e saccente (ahimè nel film questo equilibrio non riesce affatto, ri-va be').
Dal punto di vista privilegiato dello sguardo di Scout vengono descritte le vicende della piccola città di Maycomb.
E cominciamo col venire a sapere che il prestigio che conferisce – per la comunità – la nascita a Maycomb è dovuto alla furberia di un vecchio oste. Che lo stesso prosperare della città è stato causato da un gruppo di funzionari ubriachi.
Tutte le volte in cui all'autrice riesce questo gioco, il romanzo vola veramente alto.
Scout descrive le cose senza dare un giudizio, perché così sono e così le conosce. Noi adulti, invece, abbiamo il privilegio di rifletterci su.
In "Via col Vento" (e poi la pianto con i parallelismi fra i due romanzi) lo stesso concetto (cioè che sia assurdo attribuire particolare valore all'essere nati in un posto piuttosto che in un altro, così come lo sia essere particolarmente legati ad un pezzo di terra piuttosto che ad un altro) viene veicolato da Rhett, che fa una lunga tirata contro gli Irlandesi e la loro "infernale razza". Questo è un po' un punto dolente di molti libri: la differenza fra veicolare un messaggio attraverso quello che succede (Harper Lee) e bloccare un personaggio in scena e fargli fare uno spiegone (Mitchell, Nafisi, Williams in Butcher's Crossing…).
Ma torniamo a Maycomb.
Famiglie povere, ma dignitose, famiglie povere e corrotte ("straccioni bianchi" avrebbe detto Mamy), famiglie "bene", famiglie con qualche grossa "vergogna" da nascondere, eccentrici outsider, cariatidi della Confederazione, new entry, dame pettegole, simpatiche zitelle.
Tutti bianchi.
L'unico personaggio di colore che viene conosciuto ed approfondito è Calpurnia.
Che diventa uno dei miei preferiti, insieme a Miss Maudie (ma qui – temo – parta decisamente l'identificazione ;) ).
La vita tranquilla di Scout e Jem viene dapprima movimentata dall'arrivo di Dill (e anche qui mi chiedo: perché questo ragazzino, così adorabile, nel film diventa un mostriciattolo smorfioso ed intollerabile e pure con la /r/ moscia?), poi dall'inizio della scuola di Scout, che decisamente non è dei più piacevoli. Il polo di interesse dei bambini è la misteriosa e vicinissima casa dei Radley, dove vive – senza uscire mai – Boo. Si dice che Boo abbia ferito il padre con un paio di forbici e sia stato rinchiuso per un certo periodo. Al momento però vive segregato in casa senza uscire mai.
I bambini sono terrorizzati e – ovviamente – attratti dalla casa tetra e dalla misteriosa figura di Boo. Jem, di nascosto dalla sorella, comincia anche una sorta di bizzarra corrispondenza con Boo, che gli lascia piccoli oggetti nel cavo di un albero.

La vita della piccola comunità viene sconvolta da Maybella Ewell (bianca, per quanto "stracciona") che accusa Tom Robinson (nero, per quanto "rispettabile") di averla violentata.
Atticus Finch viene nominato difensore d'ufficio di Tom.
Appare evidente da subito che lo "stupro" sia un maldestro tentativo - fallito - di seduzione da parte di Maybella (che è costretta a subire le "attenzioni" del padre).
Ed è evidente che tutti ne siano consapevoli. Giudice, giuria, pubblica accusa, pubblico in aula (tutta la comunità è presente, compresi i figli di Atticus e Dill).
Molto chiaramente appare subito che il punto non è se Tom Robinson sia colpevole o meno (è evidente che non lo sia), me se una giuria di Maycomb, nel 1935, sarà disposta a dichiarare che una donna bianca ha adescato un uomo di colore.
Ed appare da subito abbastanza chiaro che non lo sarà.
Atticus non si fa illusioni su questo. Quello che spera è di un tempo di delibera abbastanza lungo che gli dia qualche possibilità in Appello.
Atticus non si fa illusioni, ma i bambini della storia sì (in realtà veniamo resi partecipi del punto di vista di Jem e di Dill, dal momento che Scout, come voce narrante, giustamente, narra i fatti con pochissime sbavature ed "intromissioni").
Jem, che è il più grande ed incarna lo spirito "illuminista" e razionale è certo dell'assoluzione.
Dill, invece, incarna gli aspetti più emotivi ed empatici. Uno dei brani che preferisco è la sua uscita fuga dal tribunale, in lacrime, durante il contro-interrogatorio della pubblica accusa.
"Lo so, lo so, Scout: era il modo che aveva di parlare con lui che mi ha fatto star male: proprio male! (…) Non faceva così con gli altri! Il Signor Finch non ha fatto mica così Maybella e il vecchio Ewell quando li ha interrogati. Quel modo che aveva di dire "giovanotto" e di schernirlo (…)"
"Be' Dill, dopo tutto non è che un negro!" (è Scout a parlare)
"Non me ne importa un fico secco. Non è giusto, ti dico che non è giusto trattarli in questo modo. Nessuno ha il diritto di parlare a una persona in quella maniera… è una cosa che mi fa stare veramente male!"

E mi scuserete la lungaggine, ma poche righe dopo abbiamo l'apparizione di un'altra piccola ed amata meteora: Dolphus Raymond. Anche lui bianco e benestante che ha deciso di vivere in mezzo ai neri. Ha fama di essere un ubriacone, ma in realtà…
"Vuoi dire perché faccio finta di bere? Be' è molto semplice, a molta gente non piace… il modo in cui vivo. Potrei anche mandarli al diavolo dicendo che me ne infischio se a voi non piace il mio modo di vivere; ma mi limito ad infischiarmene senza mandarli al diavolo (…) in altre parole, cerco di dare loro una buona ragione per criticarmi. Vedete, la gente si sente meglio se può attaccarsi a qualche valida scusa. Quando vengo in città, cosa che accade di rado, se mi vedono barcollare e bere da questo sacchetto (che contiene CocaCola, ndA), possono dire che Dolphus Raymond è ubriaco, e per questo si comporta così…"
Dopo una camera di consiglio abbastanza lunga, Tom viene condannato. Atticus è speranzoso per l'appello, ma poco tempo dopo, Tom tenta la fuga dal carcere e viene ucciso.
La narrazione di Scout prosegue ancora un poco, per raccontarci del tentativo di vendetta del padre di Maybella (che vuole punire di Atticus che ha "svergognato" la figlia, colpendo i suoi bambini) e del salvataggio da parte di Boo Radley.
Questa parte è molto tenera e fra l'altro ci spiega il perché del titolo originale "To Kill a Mockingbird" (e qui ci sarebbe da aprire un altro topic sulla traduzione. "Mockingbird" è il "mimo settentrionale" una specie di tordo diffusa in America. In genere tradotto come "usignolo" – ad esempio nel film – nella mia edizione Feltrinelli diventa "merlo". Il punto è che si tratta di uccelli innocui e che cantano in modo piacevole; e per questi motivi sia un peccato ucciderli; di più un'inutile crudeltà).
Boo salva Jem da Ewell e lo uccide. Naturalmente si tratterebbe di legittima difesa, ma lo sceriffo (inizialmente conto il parere di Atticus) insiste sulla fatalità: il vecchio è caduto sul suo stesso coltello. Se si venisse a sapere la verità la vita schiva e riservata di Beau sarebbe sconvolta.
Sarebbe come uccidere un usignolo (merlo/tordo), una crudeltà inutile come lo è stata la morte di Tom Robinson.

Rilettura di un libro bello e molto amato.
Sia per il contenuto veicolato (l'ormai famigerato "messaggio") sia per le qualità della narrazione.
La scelta del punto di vista di una bambina permette all'autrice di narrare in modo vivace, ironico e pieno di "stupore" quello che accade, senza dover dare un giudizio su di esso.
Personalmente trovo molto difficile che un autore riesca a "rendere" bene i bambini, nelle narrazioni. O paiono finti, o sembrano saputelli o sono… odiosi.
Harper Lee riesce a creare un personaggio vero, magari un tantino saputello sì, ma come lo sono a volte i bambini. A Scout vuoi bene. Io sicuramente più a Dill e a Jem, ma comunque anche a lei :)
Quello che mi piace di questo libro è proprio il comunicare tanto attraverso la narrazione, senza spiegoni e moralismi.
È così che dovrebbero funzionare le storie.

Ahimè, non posso dire lo stesso del film (che non avevo mai visto fino ad oggi).

So che molti lo amano, ma a me non è proprio piaciuto.
Al di là di Gregory Peck che mi convince poco, come attore, ma le scelte di sceneggiatura e il doppiaggio italiano (pessimo davvero), hanno cagionato più di uno sbadiglio. A parte Jem, i bambini son piuttosto odiosi (in particolare Dill… perché?), il "miracolo" di Scout, voce narrante e personaggio non riesce e la bambina, imho, è piuttosto insopportabile (petulante e so-tutto-io).
La scelta di concentrare tutti gli eventi in pochissimo tempo (Tom muore il giorno stesso del processo), secondo me non è stata azzeccata e, per contro, il film è lento e poco coinvolgente (sempre imho, come tutto il resto).
Quindi adesso ripenserò personalmente ad un cast adeguato per un remake :D


PS Harper Lee era amica di Truman Capote. È stato lui a convincerla a pubblicare "Il buio". E lei ha omaggiato l'amico, inserendolo nella storia. È Dill.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Beloved" di Toni Morrison
"Via col Vento" Margareth Mitchell
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Mi ritrovo maggiormente in questa analisi, lo stile non è eccelso ma il contenuto mi pare valido, io in particolare ho adorato Atticus e il film non l'ho mai visto.
Però, quanto è bella la divergenza d'opinione. Ed è tanto più bella, quanto più ravvicinata nel tempo! Ciao Anna, i tuoi commenti rispecchiano la complessità del reale (e se vuoi, puoi leggere il mio commento all'opinione di Cristina) :-)
Bruno
Ciao Anna, ho letto con enorme interesse la tua analisi ed il tuo giudizio!
i libri arrivano in maniera differente a ciascuno di noi, è giusto e naturale così come è altrettanto bello leggere commenti esaustivi di un'opera.
Per me il libro è bellissimo e basta. Anche a me la divergenza di opinioni non disturba, mi dà fastidio incappare in un brutto libro, questo sì. Brutto oggettivo o anche solo soggettivo.
Il mio presupposto è che una recensione non dovrebbe soffermarsi sulla trama dell'opera più dello stretto necessario (su quanto misuri tale "stretto" si potrebbe però dissertare a lungo); detto questo la tua recensione, Anna, mi è piaciuta. Adoro i parallelismi-confronti tra opere letterarie, poiché i collegamenti quando ben argomentati sono il momento in cui un recensore "vola veramente alto" ;)

Concludo con un ulteriore parere personale che potrebbe infastidire i più: secondo me bisognerebbe prendere -ed in modo netto- le distanze dal continuo rimando tra un'opera letteraria e la rispettiva trasposizione cinematografica. Anche se il soggetto è il medesimo, i due linguaggi (con le rispettive potenzialità e i rispettivi limiti) condurranno inevitabilmente a opere differenti, ma soprattutto non confrontabili. Per fortuna -o purtroppo- uno strumento espressivo non si limita a veicolare solo un contenuto (delineando una narrazione, una storia, una trama) ma unifica tale contenuto ad una particolare forma (anch'essa espressiva). Visione estremistica? Forse; eppure per me il libro recensito e il film con Peck oltre ad un rapporto di causalità dovrebbero intendersi come universi separati. Loris
Cristina72
28 Luglio, 2015
Ultimo aggiornamento:
28 Luglio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Quoto Bruno: viva la divergenza di opinioni :-)
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
28 Luglio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
In effetti non è stato un caso :)
Dopo aver letto la recensione di Cristina ho pensato di condividere la mia, perché, nella diversità, la sua è stata un ottimo spunto di riflessione e di approfondimento.
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
28 Luglio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Ti ringrazio :)
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
28 Luglio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Ti ringrazio.
Non posso che concordare. Libro e film usano un mezzo comunicativo talmente diverso che non ha molto senso cercare parallelismi o - peggio - scovare "errori". In questo caso, però, la recensione di Cristina mi aveva singolarmente ricordato le mie impressioni sul film (che definirei "brutto" non perché diverso dal libro, ma proprio perché incapace - secondo me - di creare personaggi credibili ed appassionare alla storia) che mi aveva fatto piacere ricordarlo.
A presto!
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
28 Luglio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Anch'io!!
Completamente d'accordo.
10 risultati - visualizzati 1 - 10

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

La compagnia degli enigmisti
Demon Copperhead
La stagione degli amori
Il dio dei boschi
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi
T