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Le ho mai raccontato del vento del Nord
 
Le ho mai raccontato del vento del Nord 2015-07-27 13:18:09 lapis
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    27 Luglio, 2015
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Innamorarsi delle parole

Ho scelto il romanzo incuriosita dalla forma, una raccolta di email, che dà forma a un amore virtuale.
L’inizio non è stato dei più promettenti: la trama mi sembrava improbabile, le prime mail un po’ forzate e la protagonista femminile fastidiosamente sicura di sé, aggressiva, vanitosa. Il libro però si “faceva leggere”, le mail scorrevano una dietro l’altra con facilità e all’improvviso, senza neanche accorgermene, mi sono ritrovata coinvolta in quest’amore di illusioni e di parole capaci di trasmettere, senza l’ausilio di immagini, sensazioni e dialoghi, tutta l’impazienza, la totalità e la curiosità dell’innamoramento.

I protagonisti danno vita a una dimensione parallela, uno spazio privato in cui possono esprimersi liberi dalle convenzioni, dalle conseguenze, dalle maschere che si indossano nella vita. Dietro lo schermo non si ha nulla da perdere, non ci sono rapporti da salvaguardare a limitare quel che si vuol e si può dire. Si ha solo da guadagnare: l’euforia, la trepidazione, la vitalità di una comunicazione senza barriere, l’evasione dalla ripetitività quotidiana per lei o dall’autocommiserazione del cuore per lui.

Questo spazio diventa così sempre più importante e intenso, comincia a invadere il vissuto, sottraendovi tempo, pensieri, interesse. E se ne vuole di più… un bicchiere di vino insieme, anche se divisi dallo schermo… la voce… un incontro… Ma può ciò che nasce dalle premesse di una fuga dalla realtà, che si nutre della forza della fantasia, che appare così magico proprio perché non deve sottostare alle dinamiche del reale, sopravvivere a un incontro? Si finisce davvero per considerarla una possibilità di vita?

Il romanzo vale la lettura perché è capace di far vivere questo vortice di emozioni, di paure, di domande, di parole. E lascia qualche interrogativo sul fragile confine tra realtà e immaginazione che governa il mondo della rete.

Se poi alla fine si scopre di avere una vena romantica, benché un po’ appannata, una volta usciti dall’ufficio si va anche a comprare il seguito.

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