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Ci rivediamo lassù
 
Ci rivediamo lassù 2015-07-22 20:35:02 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    22 Luglio, 2015
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Il brutto, il buono e il cattivo...

Che brutta bestia la guerra! Probabilmente nessuno tra noi è stato tanto sfortunato da viverla in prima persona, possiamo solo immaginare, noi, da quello che leggiamo, dai film o dai racconti dei nonni cosa significhi veramente aver sperimentato sulla propria pelle le conseguenze di una guerra.
Un pò per caso un pò per scelta, ho letto negli ultimi mesi libri che raccontano storie vissute durante gli anni dei conflitti mondiali, alcune tratte o ispirate da episodi realmente accaduti (come in questo libro) altre partorite dalla fantasia dell'autore, tutte però mi hanno trasmesso un senso di inquietudine al solo pensiero di quello che potrebbe essere diventata la mia vita in simili condizioni.
Tra l'altro le guerre non finiranno mai, rappresentano una tappa inevitabile nei cicli e ricicli storici; tuttavia le guerre più recenti, non certo meno crudeli e devastanti di quelle del secolo scorso, sono in genere più 'circoscritte', si consumano nell'ambito di un solo paese. La prima Grande Guerra, invece, rappresentò la prima grande disgrazia umana che si abbattè implacabile su tutta l'Europa ed i cui effetti forse furono tanto più tragici perchè inaspettati, inattesi, perchè molti pensavano che la guerra non li avrebbe toccati, che ne sarebbero usciti indenni.. nessuno poteva immaginare quale portata devastante avrebbe avuto quel conflitto:
"Chi pensava che quella guerra sarebbe finita presto era già morto da molto tempo".
E come per la peggiore delle malattie, coloro che trovavano la morte erano i più fortunati.. nel senso che la morte fisica era probabilmente la più auspicabile delle sorti, di gran lunga più consolante del decadimento interiore che colpiva inesorabilmente i reduci della guerra, non solo coloro che avevano trascorso gli anni migliori della propria vita in trincee scavate nel terreno, non solo coloro scampati a bombardamenti ed incursioni nemiche ma anche coloro che avevano vissuto ogni singolo giorno nell'ansia e nell'angoscia di ricevere una lettera o una visita per annunciare la perdita del proprio figlio o marito o, peggio ancora, coloro che dopo tanto attesa vedevano tornare dal fronte un uomo diverso da quello che avevano visto partire, una sua ombra, il riflesso di tutte le sue paure o incubi peggiori.
Eccoli, quindi, due reduci della prima guerra mondiale, Albert e Edouard: combattevano fianco a fianco nello stesso reggimento, ma non si conoscevano quando erano in trincea. Soldati come tanti altri, volti infangati, occhi tristi, spenti dopo tanti morti disseminati tutt'intorno.. nel cuore solo la speranza che le voci sempre più insistenti di un armistizio imminente fossero vere e che quella missione, l'ultimo folle assalto alle linee nemiche voluto dal loro capitano Pradelle, non fosse proprio quella ad impedire loro di tornare a casa... perchè sarebbe proprio da stupidi morire il giorno prima della fine della guerra.
Ma tanti moriranno, quella missione si rivelerà solo una mossa astuta del capitano Pradelle per il suo tornaconto personale, per assicurarsi una decorosa conclusione della sua carriera militare che possa garantirgli anche un decoroso futuro da 'civile'... e si delinea così sin dalle prime pagine la figura di Pradelle come quella del classico 'cattivo', quello che induce il lettore a sperare sino alla fine in una giusta punizione, l'antagonista che aggiungerà la sua malvagità alle già numerose difficoltà che i due eroi incontreranno nel prosieguo della trama (inevitabili le assonanze con l'ispettore Javert dei Miserabili, a cui lo stesso autore ammette di essersi ispirato).
Albert ed Edouard invece sopravviveranno alla guerra, ma a quale prezzo? Albert, salvato miracolosamente da Edouard prima di morire soffocato in una buca nel terreno, vede il suo compagno trafitto in pieno volto dalla scheggia di una granata: l'armistizio viene firmato ma per Albert ed Edouard la guerra continua, uniti da un legame che va oltre la semplice amicizia, nasce tra loro un'alleanza quasi forzata contro l'attuale nemico che è la vita, non più la morte.
Perchè non è facile sopravvivere in quella nuova trincea che è diventata la società del dopoguerra, per uomini come loro a cui la guerra ha tolto tutto, amore, sogni, desideri, tutto bruciato dal fuoco delle bombe e dei proiettili che ancora risuonano nelle orecchie, immagini di soldati morti che affollano le notti e la paura, la disperazione più profonda che progressivamente annulla ogni velleità di riscatto.
Sono soli Albert ed Edouard, ognuno sostegno dell'altro, quasi in rapporto simbiotico: così diversi prima della guerra, Albert sempre pacato, riflessivo, spesso insicuro e per questo tendenzialmente incline ad una vita solitaria e piatta, Edouard ragazzo dalle notevoli doti artistiche e con una personalità eccentrica, ribelle e colma di vitalità. Al termine della guerra e di quella maledetta missione, le loro anime sembrano quasi invertite: Edouard, col viso deturpato e tormentato da dolori atroci, trascorre i giorni isolato nella sua stanza, nella più totale apatia e nell'attesa della prossima dose di morfina; Albert, che cerca di colmare il suo senso di colpa per la condizione in cui versa Edouard, procurandogli la morfina anche con mezzi poco leciti e rischiando in prima persona.
Qualcosa però accade, un'idea quasi impossibile da realizzare, una truffa colossale contro quello Stato, quella nazione che prima li ha mandati alla morte, poi li ha osannati e celebrati per il sacrificio prestato e poi li ha abbandonati a se stessi: e questo progetto diventa il loro grande tentativo di riscatto.

Ho avuto modo di apprezzare Pierre Lemaitre in Alex, un romanzo dalle tinte forti, un thriller angosciante che magnetizza l'attenzione del lettore come una calamita col ferro, in un crescendo di tensione e colpi di scena magistralmente condotti.
Con "Ci rivediamo lassù", Lemaitre cambia strada, ne imbocca una in cui la violenza non è più limitata a poche persone, vittime e carnefice, ma ha un impatto 'mondiale': è quella violenza fisica, ma soprattutto psicologica, che la prima guerra mondiale ha lasciato come una scia al suo termine.
Notevole cura da parte dell'autore nel delineare i due personaggi della storia, i due eroi, nel mettere in risalto la particolarità del loro rapporto evidenziando il disagio subito dai reduci della guerra, le enormi difficoltà che dovevano affrontare per il reintegro nella società, essa stessa allo sbaraglio dopo mesi di stenti e sacrifici imposti dalla guerra.
Non viene comunque trascurata la storia, bensì impreziosita dall'esperienza dell'autore nel genere thriller poliziesco ed arricchita quindi con quella tensione narrativa che coinvolge il lettore sino all'adrenalinico capitolo finale.

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Commenti

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Vincenzo, che bella la tua recensione...
Letta con attenzione...quante riflessioni sulla guerra che definisci come "una tappa inevitabile nei cicli e ricicli storici"... che dire se non che concordo in tutto.
Molto intenso il libro.
Drammatica la sorte dei due protagonisti.
Ciao, Pia.
Ciao Vincenzo. Trovo molto bella la tua recensione. Non conosco l' autore, ma questo libro mi pare interessante. Una valida segnalazione.
Grazie ad entrambi.
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