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Un Coe acerbo
Anche in Italia ormai è raro trovare qualche lettore che non abbia mai neppure sentito nominare Jonathan Coe. Il primo libro di questo brillante autore inglese mi è stato regalato nel 2002: si trattava di La casa del sonno. Fantastico. Da lì non ho più lasciato Coe.
Lo stile fresco e accattivante, con quel disincantato e irresistibile british humour, la trama dagli incastri perfetti che riesce a risultare avvincente fino all’ultima riga, e quel sempre aleggiante senso di straniamento presente nelle sue opere, lo rendono certamente uno degli autori inglesi più interessanti ed apprezzati.
Appena ho notato tra i nuovi arrivi in libreria la riedizione del suo terzo romanzo The dwarves of death, pubblicato nel 1990, ma ancora non letto, l’ho preso a scatola chiusa.
Il titolo italiano riprende la prima di una lunga serie di citazioni musicali degli Smiths, posta da Coe nell’introduzione ad ogni capitolo. E da subito si ha la netta sensazione di come l’autore abbia partorito quest’opera totalmente immerso nell’atmosfera degli album anni ‘80 di Morrissey e compagni: un vero e proprio tributo a questa storica band.
A cominciare dal protagonista, William (singolo del 1984: William, It Was Really Nothing) un ventenne approdato nella metropoli londinese come tanti, per realizzare il suo sogno: sfondare nel campo musicale. La vicenda si snoda tra l’appartamento di periferia affittato in condivisione con l’enigmatica Tina, surreali prove con la sua strampalata band The Alaska Factory, improbabili uscite con l’algida fidanzatina Madeline, e ambigue chiacchierate con l’amico Tony.
Non vi svelo altro, perchè tutto il romanzo è incentrato attorno ad un grottesco giallo, che vedrà coinvolto William, in nome della tanto cara a Coe vulnerabilità dell’uomo, nella vita del quale eventi marginali o semplici equivoci possono far approdare a destini inimmaginabili e spesso difficili da cambiare o da accettare.
Il voto è solo per farvi capire che questo romanzo può essere un ottimo punto di partenza per avventurarsi alla scoperta dell’opera di Coe, ma il meglio sicuramente lo troverete nei romanzi successivi.
Indicazioni utili
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- L’amore non guasta (A Touch of Love) (1989)<br />
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- Questa notte mi ha aperto gli occhi (The Dwarves of Death) (1990)<br />
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- La famiglia Winshaw (What a Carve Up!) (1994)<br />
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- La casa del sonno (The House of Sleep) (1997)<br />
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- La banda dei brocchi (The Rotters’ Club) (2001)<br />
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- Circolo chiuso (The Closed Circle) (2004)<br />
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- La pioggia prima che cada (The Rain Before It Falls) (2007)<br />
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Tutti di Coe.