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In principio era il male
“Io sono una parte della parte che in principio era tutto, una parte delle tenebre che generarono la luce, l’orgogliosa luce che contende alla madre notte l’antico rango e lo spazio. Eppure non le riesce perché essa, per quanto tenda e operi, resta imprigionata entro i corpi. Dai corpi emana essa e li fa belli ed ogni corpo ne intercetta il passare. Così, lo spero, non durerà a lungo e se ne andrà coi corpi, in rovina” (Faust di Goethe)
Howard Campbell Jr, scrittore e drammaturgo, americano per nascita e apolide per inclinazione naturale, vive in Germania al tempo di Hitler fregandosene della politica e interessandosi solo alla bella moglie Helga e ai suoi drammi teatrali. “Dire che era uno scrittore equivale a sostenere che le esigenze della sua arte sarebbero bastate, da sole, a fare di lui un bugiardo, cioè a farlo mentire senza vedere, in questa pratica, alcun male. Dicendo poi che era un commediografo siamo sicuri di dare al lettore un ammonimento anche più decisivo, perché nessuno può essere più impostore di un uomo che deformi la vita e i suoi sentimenti, le sue passioni, in qualcosa di così grottescamente artificioso come il teatro.”
Howard viene coinvolto da un concittadino americano, la sua fata turchina, nella politica. Lo chiama così perchè non conosce la sua vera identità e gli comparirà magicamente davanti solo 3 o 4 volte nella vita. La fata gli chiede di diventare una spia americana, in poche parole di farsi nuovi amici senza lasciare i vecchi che possono sempre tornare utili. Inizia così la sua carriera nel ministero della propaganda presso il terzo reich. I suoi messaggi sono così belli e la sua propaganda così ben fatta che restano nel cuore soprattutto dei nazisti. Howard ha fatto il suo lavoro fin troppo bene. Da qui la morale del romanzo. “Noi siamo quello che facciamo finta di essere, sicché dobbiamo stare attenti a quel che facciamo finta di essere.”
Il romanzo è brillante, intelligente, ironico ma mai irrispettoso. L’autore ride alle spalle delle ideologie, della stupidità di certi pezzi grossi del nazismo, dell’ottusità umana e ride anche dell’esiguità di ogni cosa compresi i sentimenti e le amicizie che si sciolgono come neve al sole, soprattutto le più sincere.
Resta l' ironia di fondo amichevole e scherzosa alla luce della quale niente è mai così serio o importante e gli uomini sembrano bambini dispettosi che si vogliono bene ma fino a un certo punto, finchè ne sono capaci.
Howard è un bel personaggio, una specie di don Chisciotte dall’animo buono ben consapevole che, anche se ha fatto il doppio gioco, ha pur sempre nel farlo assecondato il male lasciandosi trascinare dalla sua vocazione di commediografo. Per quelli come lui, nessuno potrà mai dire “perdonali perché non sanno quello che fanno”, perché lo sanno benissimo. La punizione del cielo verrà quindi proprio per gente come lui e non per gli altri, per le pecore ottuse. Da qui la conclusione del romanzo, bella intelligente, intensa. Howard si fa arrestare e pretende di essere giudicato da un tribunale ebraico. E quando le cose si mettono male, cioè rischia di essere riconosciuto innocente, lui che innocente non è, che dovrebbe fare? Che altro gli resta da fare se non dire addio a questo mondo crudele?
Bellissimo e anche divertente nonostante il tema.
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Commenti
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E' un romanzo dove non ci sono i buoni e i cattivi perchè la guerra rende tutti cattivi, anche quelli che stanno dalla parte migliore, e i veri cattivi sono quelli che possono capire e che dovrebbero per questo essere più buoni, come il protagonista. Non è una morale che infonde saggezza e sicurezza alla Potok, insomma.
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Secondo te, da quali libri cominciare?