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Una banana poetica
Il lutto, quello tremendo che rischia di spegnerti dentro e la solitudine. Ha avuto un bel coraggio nei suoi primi lavori a cimentarsi con questi temi Banana Yoshimoto. Eppure, nonostante la scelta di temi che rischiano di far cadere nel patetico, direi che il risultato è stato piuttosto buono. Questa ventiquatrenne è riuscita a far affiorare sensazioni come il disorientamento, o la voglia di lasciarsi trascinare dagli eventi tipica di chi si è scontrata con una perdita grave.
Con un linguaggio semplice, il ricorso all'ironia e a paradossi l'autrice ci parla di un tema scomodo con leggerezza. In realtà a ben guardare oltre le apparenza questo libro è tutt'altro che leggero.
La stessa autrice alla fine del romanzo, dialogando con i lettori dice "vorrei dire a tutti gli sconosciuti che leggeranno questo primo immaturo lavoro, che se li facesse sentire anche solo un pochino sollevati, non ci potrebbe essere per me gioia più grande.
Non so se un libro possa portare sollievo, ma di certo può aprire uno spiraglio nel buio, dal quale si intravedono altri essere umani che si trovano a che fare esattamente con le stesse difficoltà che incontriamo noi. Primi fra tutti la necessitò di aggrapparsi ad una cosa qualsiasi che ti aiuti ad alzarti ogni mattina. E subito dopo il fare i conti con il senso di colpa per la voglia di continuare a vivere che cerca di uscire fuori.
La trama del romanzo è semplice. una ragazza con la morte della nonna si trova completamente sola. A lanciarle, anzi a metterle in mano a forza, un salvagente è una famiglia piuttosto particolare. Da questa convivenza nascerà una amicizia barra/amore capace di sopravvivere nonostante un altro lutto.
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