Dettagli Recensione
Io prima di te di Jojo Moyes
Romanzo molto interessante, ricco di spunti per riflettere e utile per calarsi nei panni, che non vorremmo mai indossare, di coloro che chiedono di morire dignitosamente.
L'eutanasia, letteralmente buona morte, è il procurare intenzionalmente e nel suo interesse la morte di un individuo la cui qualità della vita sia permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica. Il dolore e la sofferenza che si sperimentano durante una malattia per taluni possono risultare incomprensibili ed insostenibili, anche se viene messa in atto una terapia contro il dolore. Chi non lo ha provato non può capire e la decisione pertanto non può spettare a un terzo. Oltre al dolore fisico può risultare insostenibile far fronte alla sofferenza psichica conseguente alla perdita della propria indipendenza (che, in certi casi, può apparire anche peggiore). Per questo una società civile non dovrebbe forzare nessuno a sopportare questa condizione. Sicuramente con questa mia presa di posizione attirerò su di me le critiche dei sostenitori della vita a tutti i costi, ma io mi sento di dire quello che penso, cercando solo di far capire il mio punto di vista, senza cercare di convincere alcuno dello stesso. Ogni essere umano, a mio avviso, è libero di avere un suo punto di vista a riguardo, senza che nessun altro si permetta di giudicarlo. Come me, anche l'autrice di questo romanzo ha parlato di questo importantissimo argomento dall'esterno, senza schierarsi apertamente da nessuna delle due parti, per non influenzare il lettore e lasciare che ognuno ragioni con la propria testa. Coerente con la sua posizione, però, la fine del romanzo. Bello l'insegnamento sulla vita di Will a Lou: mentre lei non riesce a salvare l'uomo che ama da un destino funesto, lui riesce a salvare la donna che ama da una vita scialba e insignificante, lanciandola verso il futuro a piene mani. Pur amandola con tutto il cuore, anzi: proprio per questo, decide di lasciarla libera di vivere una vita "normale", senza i problemi di una malattia che pian piano li avrebbe portati entrambi a spegnersi ogni giorno di più, fino a trascinarla con sé in un inferno senza ritorno. Mi sento di dire che apprezzo moltissimo coloro i quali, pur avendo disabilità gravi, riescono a trovare uno scopo alla loro vita e a viverla pienamente e con soddisfazione e ritengo che il loro punto di vista sia da augurare a tutti i disabili dell'universo. Purtroppo, però, so che non è così, quindi voglio difendere anche coloro che la pensano diversamente e, pienamente capaci di intendere e di volere, decidono di porre fine a una vita secondo loro non dignitosa e non degna di essere vissuta. Alle persone che li amano, spero che il Dio in cui credono doni loro la forza di restare vicini ai propri cari fino alla fine (come ha fatto Lou con Will), anche se non condividono la loro scelta. Questo è dimostrare che ciò che provano per loro è vero Amore, perché amare è volere il bene dell'Altro!
E' un bel libro, scritto in modo fluido e scorrevole e l'autrice è stata coraggiosa: lo consiglio a tutti.
"Non ti sto dicendo di buttarti da un grattacielo o di nuotare con le balene o cose di questo genere, ma di sfidare la vita. Metticela tutta, non adagiarti..."
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Commenti
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Ordina
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Credo che tu debba vedere, se non l'hai già fatto, "Mare dentro" di Alejandro Amenabar.
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Ferruccio