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La strada
 
La strada 2015-06-29 13:35:18 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    29 Giugno, 2015
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Allucinante realtà tra morte e rovine

Frastornato! Sì, è proprio questa la sensazione che ho avuto durante la lettura ed è rimasta anche alla fine del romanzo; nello stesso tempo ho acquisito notevole consapevolezza su ciò, anche se in maniera remota, potrebbe realmente accadere al nostro mondo. La narrazione è del genere post-apocalittico; due persone, padre e figlio i cui nomi non è dato sapere, camminano lungo un percorso fatto di estremo degrado ambientale, scheletri di città, rovine e morte. Altre persone, molto poche, sopravvissute a una catastrofe termo-nucleare, si aggirano tra la cenere, la nebbia, una natura composta di alberi abbattuti, secchi, anneriti, campi che non producono nulla, strade, sentieri e abitazioni invase da ciò che rimane dopo una distruzione collettiva che, oltre a generare morte, ha cambiato drasticamente la civiltà fino a una immane regressione che ha trasformato i superstiti in fantasmi senza meta, alla ricerca di cibo e di riparo necessari alla sopravvivenza.

Tutto ciò che l’uomo ha costruito negli scorsi millenni, non esiste più; la tecnologia, che ha tanto contribuito al benessere della società, è ormai ridotta a sterili detriti di ferro arrugginito, di chiazze scure a macchia di leopardo, di spunzoni di materiale vario che si ergono verso un cielo plumbeo a similitudine delle dita di innumerevoli mani che cercano un aiuto da qualche superiore entità che non esiste più. I colori sono spettrali e si fondono in un atipico alone di foschia.

In questo cammino di profonda desolazione, padre e figlio cercano di raggiungere una meta che possa dar loro l’esile di speranza di poter ricominciare anche partendo da un nuovo stato primitivo, preistorico; ma devono affrontare l’orrore e le miserie cui gli altri esseri rimasti sono impregnati a causa di una sub-umanità che ha connotazioni più basse e terribili di un animale senza freni inibitori per i quali l’arcano cervello rettiliano ha preso totale possesso.
Il romanzo segue queste grandi linee in un allucinante lotta per la sopravvivenza in luoghi dove la vita ha cessato la sua attività ed è stata sostituita da un vuoto lacerante.

La riflessione è la seguente: ci vuole più coraggio a farla finita con il suicidio oppure continuare a nutrire un barlume di speranza che va conquistato ora dopo ora in situazioni di estrema difficoltà e barbarie?

L’epilogo è un connubio tra una forte tristezza e la possibilità, ancorché teorica, di provare a ricostruire cominciando dall’età della pietra.

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Commenti

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Ciao Ferruccio, bel commento, mi rimane sempre una grande curiosità verso quest'opera ma temo di non saperla apprezzare.
Ciao Laura; questa è la prima opera di Cormac McCarthy che leggo. Mi è stata per l'appunto, consigliata da un amico di questo sito, e devo dire che sono molto soddisfatto di aver avuto modo di conoscere la fragranza e la profondità dello scrittore. Appare come narrazione semplice ma racchiude un messaggio di elevato spessore morale. Te la consiglio vivamente. Grazie per il tuo commento. Ciao.
Ferruccio
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
29 Giugno, 2015
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Bel commento, Ferruccio, complimenti! Non conosco nè l'autore nè il libro, mi hai incuriosito e ispirato a colmare questa mia lacuna...ahimè, e credo mi capirai, il tempo tiranno me lo vieta! Prima o poi, chissà! Un caro saluto!
I miei complimenti, hai scritto un ottimo commento a mio riguardo, azzeccando alla grande le emozioni che ho avuto anch'io durante la lettura di questo bellissimo libro. Ciao
Ti ringrazio Bruno; una lettura che travolge e induce a riflettere su cosa possa chiamarsi vita. Ti consiglio di leggerlo, ne trarrai sicuro beneficio. Ciao.
Ferruccio
Ti ringrazio Lucia; veramente un romanzo bellissimo allo stesso tempo di profonda desolazione e di esile speranza. Ciao.
Ferruccio
Ciao Ferruccio.
Mi pare che l'epilogo del romanzo apra uno spiraglio alla speranza. Io, a mente fredda ho apprezzato il libro, ma non ho avvertito molta piacevolezza nel leggerlo. Solo in alcuni momenti sono stato toccato emotivamente (qualche domanda/risposta fra i due protagonisti...).
anche io l'ho amato è splendido......
Grazie Emilio; effettivamente concordo con te sul fatto che alla fine si rimanga con l'amaro in bocca e, di conseguenza, il punteggio sulla "piacevolezza" dovrebbe essere poco più che sufficiente; ho voluto dare una valutazione più alta per il complesso della narrazione che, anche se cruda e terribilmente desolante, stimola la nostra mente sul senso della vita in particolare in certe situazioni al limite della sopravvivenza. Ciao.
Ferruccio
Grazie Silvia; un romanzo splendido in tutte le sue più contrastanti sfaccettature. Ciao.
Ferruccio
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