Dettagli Recensione
La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto
L'Esorcista – William Peter Blatty, 1970
SPOILER
"Karras smise di leggere. Scosse la testa. Qui non c'era di mezzo nessuna manifestazione di fenomeni paranormali: era soltanto la prova delle illimitate capacità della mente umana."
Un amore di bambina di 12 anni, tutta cuoricini e dolcezza, comincia a manifestare segni di squilibrio.
In sordina; rumori sordi, giochi bizzarri, stranezze, amici immaginari.
Poi turpiloquio.
Accenni sessuali molto espliciti.
Manifestazioni di una forza fisica fuori dal comune.
Una morte misteriosa e doti di "preveggenza" e di "lettura del pensiero".
Infine le voci.
La bambina (Regan) comincia a parlare con voci diverse dalla sua. Più di una.
Ma una in particolare asserisce di essere un demone.
Parla in latino, conosce molti (troppi) particolari della vita delle persone che ha intorno, ruota completamente la testa sul collo e simili.
La madre di Regan, l'attrice Chris McNeil, si rivolge alla medicina ufficiale e poi, pur essendo atea ad un prete, il gesuita (e psichiatra) Padre Karras.
Costui, che per motivi personali vive una profonda crisi religiosa, tenta in ogni modo di aiutare la bambina e cerca una spiegazione razionale a tutto quello che vede.
Ha molti dubbi perché ritiene la possessione demoniaca un retaggio medievale e perché alcuni particolari del comportamento di Regan non tornano e fanno pensare più ad una fortissima suggestione patita dalla bambina che ad una "vera" possessione.
La situazione di Regan si fa sempre più difficile, finché Karras non rompe gli indugi e decide di richiedere un esorcismo per la bambina.
Viene inviato padre Merrin, che ha già compiuto un esorcismo, e con l'aiuto di Karras il rito ha inizio. Per tre giorni Merrin lotta contro il "demone", che ha già incontrato in passato, ma alla fine ha la peggio e muore per attacco cardiaco.
Karras, che ormai dispera di salvare Regan, induce il demone ad abbandonare la bambina e ad "impossessarsi" di lui. Poi per sconfiggerlo del tutto, si lancia da una finestra, ferendosi a morte.
Ma.
Un confratello di Karras raccoglie le sue ultime parole e l'espressione che rimane sul volto del gesuita è di profondo sollievo.
Perché ha sconfitto il demone o perché lo stesso ha trovato un nuovo ospite?
Il libro si chiude con l'amicizia che nasce fra l'amico di padre Karrad e Kinderman, il poliziotto che ha indagato sulla morte provocata da Regan, mentre madre e figlia, di nuovo serene, lasciano Washington.
La cosa che ho amato di più, in questo libro, è la duplice serie di dubbi che si lascia dietro: si tratta di possessione o di isteria? E da quello che pensa Karras sembrerebbe più isteria, anche se poi decide di optare per l'esorcismo.
E poi.
Ammesso che di possessione si trattasse…
Solo a me viene in mente Al Pacino alla fine dell'Avvocato del Diavolo (non a caso)?
E anche Kevin Spacey alla fine de "I soliti sospetti"?