Dettagli Recensione
Percorso nell'inconscio
Ho provato sentimenti contrastanti verso questo romanzo perché da un lato mi ha aperto le porte di uno stile che non avevo mai riscontrato in nessun altro autore, quindi a livello di crescita personale è stato sicuramente un libro importante; da un altro punto di vista tuttavia, ho trovato alcuni aspetti un po' eccessivi.
Per esempio ho apprezzato molto il simbolismo e il massiccio utilizzo delle metafore di Murakami e tutti i possibili livelli a cui il libro può essere letto e interpretato. Per esempio interessante l'idea della foresta come simbolo materno, il legame con il femminile con il quale il protagonista ha chiaramente una questione irrisolta.
L'idea di lasciare il finale aperto è una caratteristica che lungi dall'infastidirmi mi è sempre piaciuta in ogni autore. Ci sono punti in cui ho apprezzato moltissimo lo stile come per esempio gli eventi onirici o gli interventi musicali o culturali e l'interazione dei personaggi.Siccome rimango affascinata dall'interpretazione di matrice psicologica mi vengono in mente gli archetipi junghiani e il fatto che forse i vari personaggi sono degli aspetti della psiche di Tamura che si manifesta in tutte le sue complessità e contraddizioni.
I due personaggi principali mi hanno colpita in modo abbastanza positivo e mi è piaciuto più di tutti Nakata. Tuttavia secondo me nel libro rimangono troppe questioni irrisolte e personaggi appena abbozzati che non compaiono per tutto il romanzo come Johnnie Walker, l'assassino di gatti che per esempio ritorna solo nella parte finale durante quella sorta di viaggio nell'inconscio. Ci sono secondo me troppi elementi, forse troppo materiale differente che può essere giustificato se si prosegue nel paragone con la psiche e con il quantitativo di pensieri e di immagini che essa produce. Se non si pensa in chiave metaforica il libro sembra non avere senso perché in tante pagine si gira attorno ad un quesito che poi viene abbandonato e lasciato irrisolto. Tuttavia, per me il fatto che sia irrisolto è una caratteristica positiva ma trovo che il lettore sia quasi sopraffatto dalla ricchezza di citazioni, simboli elementi che sono sempre al confine tra l'onirico e il reale.
Stile ricco, pieno suggestivo ed evocativo che compensa e sostiene l'abbondanza del contenuto creando un buon connubio.
In conclusione molti aspetti positivi ma anche elementi che non sono riuscita a comprende appieno forse perché più che tendere ad analizzare ogni cosa bisognerebbe assorbirla e lasciare che parli direttamente alla nostra psiche.
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A me il libro, nell' insieme, è piaciuto. Ho captato in fondo un disegno provvidenziale, in cui tutto torna.
Una critica : mi pare che l' autore abbia artisticamente qualche difficoltà a rappresentare l'eros, aspetto in cui alcuni scrittori giapponesi si distinguono.
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