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Pietra di pazienza
 
Pietra di pazienza 2015-06-23 18:55:42 LaClo
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LaClo Opinione inserita da LaClo    23 Giugno, 2015
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La stanza e la donna

Un libro che ha come ambientazione una sola camera di una casa e come unico personaggio una donna. Nessun dialogo solo un continuo soliloquio che a tratti assume la connotazione di una sorta di flusso di coscienza. La donna che non ha nome, che potrebbe essere qualunque donna afghana, o meglio qualunque donna oppressa.

La donna assiste il marito incosciente a causa di una pallottola che per assurdo non l'ha colpito durante la guerra santa ma durante una banale rissa. La donna, dapprima si limita a recitare il rosario e a leggere il Corano compiendo gesti rituali che compie tutti i giorni per accudire il marito. In seguito comincia a parlargli, piccoli sfoghi che diventano sempre più consistenti fino a diventare un unico monologo che contiene tutti i segreti che la donna non ha mai avuto il coraggio o l'opportunità di svelargli.

Il marito diviene la sua pietra di pazienza la sua sang e sabur che nella tradizione mussulmana è la pietra situata nella Mecca destinata a contenere i peccati delle persone fino al momento in cui esploderà. Molto interessante è la voce femminile che si esprime su questioni religiose: per esempio afferma che Khadija, la moglie di Maometto è il vero profeta di Allah e si proclama essa stessa profetessa.

La donna si esprime spesso con un linguaggio che appare irrealistico per una donna araba, con molte imprecazioni ma ciò trova la sua spiegazione nello sfogo della donna ma soprattutto nel fatto che in questo modo ogni donna si può identificare con essa.

Il tempo tende a scandire il ripetersi delle azioni e è scandito dai respiri del marito ed è caratterizzato dal ripetersi continuo delle azioni della moglie. Solo in seguito il tempo non sarà più così ripetitivo ma diventerà molto più libero, ricco di flashback perché dominato dalle parole e dai segreti della donna.
L'ambiente è molto circoscritto e non sono mai descritti i momenti in cui la donna esce e solo le voci delle figlie dall'esterno allentano un poco l'angustia dello spazio in cui la narrazione è confinata
Il finale è molto particolare, il ritmo diventa concitato e confuso sembra di essere all'interno di un sogno, in una dimensione onirica e non reale, quasi nella psiche della donna.

Lo stile è formato da brevi incisi, a volte frasi che continuano a ripetersi nell'arco della giornata e l'ho trovato molto interessante ed è sicuramente molto espressivo, cattura le sensazioni della donna, le sue azioni e i suoi pensieri.

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