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Classico senza tempo
“L’amico ritrovato”, celebre opera datata 1971 dello scrittore tedesco Fred Uhlman e appartenente alla cosiddetta “trilogia del ritorno”, è uno dei pochi romanzi che solitamente vengono fatti leggere agli studenti negli anni delle scuole medie o superiori.
Ciò è dovuto in parte alla ridotta lunghezza del testo, ma principalmente per l’importanza ed universalità dei temi che l’autore affronta in sole 92 pagine.
Hans Schwarz è un timido sedicenne di origine ebraica. Vive a Stoccarda con il padre e la madre e passa le sue giornate immerso nella lettura o alla ricerca di antiche monete greche.
Un giorno, nella stessa classe di Hans, arriva Konradin, coetaneo proveniente da un’antica e aristocratica famiglia tedesca, che colpisce i compagni per la propria eleganza ed il portamento fiero e distaccato.
Hans scopre presto che anche Konradin è un ragazzo timido come lui, e tra i due, entrambi figli unici, nasce una profonda amicizia che lega i due adolescenti in modo indissolubile. Fino a che non si diffonde, in tutta la Germania, l’ideologia nazista portata avanti da Hitler, che trova convinti seguaci proprio tra i membri della famiglia di Konradin.
Uhlman è maestro nella descrizione di Stoccarda, i cui viali, fiumi e odori si imprimono poeticamente nella mente del lettore grazie a rapidi e incisivi scorci paesaggistici che fanno da sfondo alla vicenda, narrata da Hans.
Il tema principale del romanzo, intuibile già dal titolo, è l’amicizia.
Hans ne ha una visione romantica, e quando conosce Konradin sembra risvegliarsi da un torpore causato da anni di solitudine. È un’amicizia che si muove a piccoli passi, dai primi inevitabili momenti di imbarazzo e scoperta reciproca fino agli interminabili pomeriggi passati insieme a divertirsi e a riflettere.
“L’amico ritrovato” ci ricorda quanto sia puro il valore dell’amicizia, un sentimento forte e spesso sottovalutato, ma per certi aspetti ancora più sincero ed incondizionato dell’amore.
“Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più”.
E infine c’è la Storia, quella studiata sui libri e che non dimenticheremo mai, che mette i bastoni fra le ruote ad Hans e a Konradin, come a milioni di altre persone. Un capitolo talmente orrendo da connotarsi di assurdità.
Emblematico il pezzo in cui Hans vede, a casa di Konradin, un ritratto fortemente somigliante al volto di Hitler. Tiene la cosa per sé e ingenuamente si vergogna per aver pensato, anche solo per un istante, che l’amico e la sua famiglia potessero avere qualcosa a che fare con l’ideologia del dittatore.
Nel 1989, per la regia di Jerry Schatzberg, è stata tratta una versione cinematografica, seppur connotata da alcune differenze rispetto al libro.
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Commenti
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Ho scoperto che è stato pubblicato nel 1987 un anno dopo " L' amico ritrovato " per seguirne il successo, quando in realtà il primo a essere stato scritto da Uhlman è proprio " Un' anima non vile ".
Certo, per quanto riguarda il finale della storia, mi viene da pensare che sia un bene che " L' amico ritrovato " sia il libro più famoso di Uhlman e che quasi sempre viene letto per primo.
Pia
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