Dettagli Recensione
Ogni cosa vuole essere amata
Il colore viola fin dalla prime pagine mostra la realtà sconvolgente dei personaggi, caratterizzata dall'abbrutimento delle persone che perdono ogni traccia di umanità. Fin dall'inizio l'impressione è quella di sbirciare in un diario segreto, di leggere lettere private. Non a caso la struttura del romanzo è basata su lettere che la protagonista indirizza in principio a Dio e in seguito a sua sorella, la quale come Celie stessa ammette è l'unica persona che la ama davvero.
Celie ci mostra tutta la durezza della vita di una donna nera negli Stati Uniti, senza amore e risorse economiche per poter essere indipendente e costretta a subire le violenze del presunto padre e del marito. La violenza più grave che il marito compie è quello di lasciarla senza l'amore: infatti, Allontana Celie dalla sorella Nettie, levandole ogni residua forza di reagire.
I personaggi positivi che Celie incontra sono donne, a partire da Sophie che grazie alla sua forza le permette di capire che non è obbligata a soffrire in silenzio ma può permettersi di reagire. Sophie ha il coraggio di lasciare il marito ma la sua forza verrà spezzata nel carcere dove la donna finisce per aver colpito il sindaco. L'episodio mette in luce anche la mancanza di giustizia nei confronti degli afroamericani che si trovano in prigione senza alcun processo.
Il personaggio che però sconvolge la vita di Celie è Shugar, la cantante che in passato era l'amante del marito di Celie e che viene accolta in casa da quest'ultimo. Shug stringe un forte rapporto con Celie e le permette di capire che lei ha il diritto di essere amato perché ogni cosa e ogni persona fa di tutto per ricevere amore e affetto. Grazie a Shug, Celie riesce a trovare tutte le lettere di Nettie che il marito le aveva privato e scopre che la sorella si trova in Africa.
Le lettere della sorella sono un vero e proprio metro di paragone tra la società americana e quella africana. In entrambe le donne occupano un ruolo infimo e i neri vengono sopraffatti a causa dell'assenza di istruzione.
Il finale è comunque uno spiraglio positivo che permette di riscattare la figura del marito in maniera positiva.
Lo stile è crudo e personale, il linguaggio è volutamente sgrammaticato, scorretto ma proprio per questo assume una forte valenza espressiva, mentre emerge dal linguaggio il rapporto semplice e quasi confidenziale che Celie ha con Dio e che è ben lontano dal dogmatismo. Infatti, uno dei passaggi migliori del romanzo è quello nel quale Shug e Celie immaginano Dio in ogni creatura, non per forza un uomo come barba bianca ma come spirito.
In conclusione il romanzo è molto forte ma realistico e non mancano di certo momenti toccanti, riflessioni che nella loro apparente semplicità rasentano un pensiero filosofico,