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parenti serpenti
A volte in poco più di cento pagine vngono racchiuse tanti di quegli spunti che non si trovano neppure in tomi da migliaia di pagine.
E' il caso di questo romanzo breve scritto nel 1928 da una scrittrice nata a Kiev che decide di ambientarlo nella sua patria di adozione: la città di Parigi.
Direi che i temi trattati sono ancora piuttosto attuali; le traversie di una famiglia arricchita, per di più di origini ebraiche, che cerca di farsi accettare dall'alta società. Ma la parte centrale del libro sono il rapporto tra questa madre sperduta in un mondo nuovo e per certi versi tornata come una bambina che cerca di farsi notare dai grandi, e la figlia. Una figlia che ha quattordici anni e quindi ha già il suo bel da fare con la crisi adolescenziale. Il desiderio di essere al centro delle attenzioni della madre e l'innata competitività tra donne la porterò a fare uno scherzo crudele alla madre. Calcolato con cura e portato avanti con precisione il piano della ragazza riuscirà perfettamente a centrare l'obiettivo di mortificare la madre. Del resto solo chi ci conosce bene sa che cosa può farci veramente male.
Un bel libro, che si lascia leggere con leggerezza, ma che è tutt'altro che leggero. Lungo quanto basta per contenere una bella storia, ma non troppo da dare spazio a fronzoli o descrizioni inutili.