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L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio 2015-06-16 13:16:55 LaClo
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LaClo Opinione inserita da LaClo    16 Giugno, 2015
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L'incolore colorato

Questo romanzo si presenta come un romanzo orientato sul tema dell'amicizia in tutte le sue sfaccettature e in generale dei rapporti sociali . L'autore sviluppa la trama a partire da argomenti già molto sfruttati in letteratura ma cerca di rendere innovative queste tematiche mettendoci il suo tocco personale. La trama presenta un'apparente semplicità perché la situazione di base non è difficile: un gruppo di amici, legati fin dall'adolescenza decide di estromettere il nostro protagonista che a distanza di anni cerca di capire che cosa sia successo. Da questa storia così semplice la trama si arricchisce di situazioni ed eventi. Un tema affrontato è quello dei colori, intesi come modo di essere.I quattro amici di Tsukuru hanno il cognome che contiene un colore e per questo motivo apparentemente semplice il protagonista si sente un po' diverso dagli altri. Nella cultura giapponese i colori, hanno mota importanza, in particolare il blu è universalmente riconosciuto come un colore che trasmette fiducia, invito all'ascolto e affidabilità. Il rosso è un simbolo di forza rigogliosa e di conoscenza, è considerato un colore che porta fortuna e spesso viene associato al matrimonio. Il bianco è un colore importante per i giapponesi perché è associato al lutto, alla vecchiaia e ai fantasmi. Il nero in Giappone ha un significato sia positivo che negativo e simboleggia la forza di spirito e il disinteressamento ma anche i complotti e i crimini. Tazaki, come sottolinea l'autore, non pensa che ci sia una relazione tra persone e colore ma tutto il libro sembra smentire un po' questo pensiero. Infatti, i quattro personaggi sono rappresentati un po' come degli stereotipi e hanno, almeno secondo me qualche analogia con i colori, perché altrimenti la storia non avrebbe molto senso. L'autore ci presenta questo gruppo di amici in maniera pulita e semplice, ognuno viene isolato per un momento e tratteggiato abilmente in poche abili mosse dall'autore. Tuttavia, i quattro amici di Tazaki sembrano fin troppo identificati nel colore e non hanno tratti che li rendono unici e particolari.Infatti, Aka vuole primeggiare, è il primo della classe, piccolo di statura, fermo nelle sue decisioni, facilmente irritabile. Sembra il fuoco a cui è associato il colore rosso: una forza buona simbolo di conoscenza che purtroppo può facilmente arrecare danni. Ao invece, è il classico sportivo del gruppo, non bravo a scuola ma con ottime capacità di ascolto e di memorizzazione, appare simpatico a tutti e si contrappone un po' ad Aka. I loro colori sono contrapposti da un significato differente. Shiro è associata al bianco e infatti, all'interno del romanzo muore, tenendo fede al significato del colore e torna spesso in sogno a Tazaki. La sua natura è aerea, infatti, ama la musica, un'arte legata all'invisibile perché destinata a dissolversi nell'aria, paziente, dolce, timida e molto graziosa. Si associa al colore bianco perché eterea, immacolata, come il suo colore e pertanto destinata a sfiorire e a scomparire. Per contrasto Kuro è terrena e corporea ed è associata al nero e ne rispecchia la duplice natura, intelligente ironica, brava nelle materie letterarie. Il suo colore, così complesso si manifesterà più avanti nel racconto. Invece Tazaki è l'incolore, non è il migliore a scuola, nello sport e non ha interessi particolari. Invece poche righe dopo, viene mostrato come unico e particolare: ama le stazioni ferroviarie, un interesse che lo rende subito interessante. Lui come ci viene spiegato più avanti, è sempre stato considerato il collante del gruppo mentre aveva una bassa opinione di se stesso. Non esistono gli stereotipi, questi colori così puri che si rispecchiano nei protagonisti ma ognuno ha un colore così complesso da essere incolore. Il romanzo oscilla tra presente e passato che si alternano nei vari capitoli e diventa più complesso strutturalmente. Una volta che Tazaki viene allontanato dal gruppo cresce, cambia di aspetto e si non fa più ritorno al paese di origine e riesce a specializzarsi nella costruzione di stazioni, simbolo di viaggio e di cambiamento, di pellegrinaggio. Gli altri pur di rimanere uniti rimangono nella propria città, solo Tazaki ha il coraggio di viaggiare e di uscire dalla piccola comunità creatasi cercando di realizzare il suo sogno così circoscritto. Gli altri invece, hanno obiettivi generici,non così specifici, quindi si accontentano di una vita meno appagante. Grazie a Sara, la sua fidanzata, Tazaki può portare alla luce il suo passato. Sara inoltre, è 'unico personaggio che non ha un colore ma ha delle caratteristiche proprie e riesce ad ascoltare e ad agire concretamente permettendo a Tazaki di compiere un vero e proprio viaggio: è un po' come se fosse la sua stazione che lo accoglie prima e dopo il viaggio. Un altro personaggio importante è Haida che compare nella vita di Tazaki dopo la sua esclusione dal gruppo. Haida è molto diverso da Tazaki perché si occupa di cose immateriali e riflette molto in accordo con il significato del suo colore grigio che si avvicina di più a un non colore. Infatti, Haida non è uno stereotipo ma ha qualcosa in più rispetto agli amici di Tazaki, ama riflettere e non ha interessi così specifici ma ama costruire il vuoto, pensare far perdere la forma alle cose. Non è etereo come Shiro ma non è neanche terreno come Kuro ma unisce i loro due colori. Haida fa scoprire il brano le mal du pays di Liszt a Tazaki che gli da un indizio per riuscire a scoprire il passato. Tuttavia, anche lui è destinato ad andarsene e scompare dalla vita di Tazaki. In seguito Tazaki rivede i suoi amici uno per volta e gli forniscono la spiegazione dell'esclusione che secondo me è interessante ma non è del tutto razionale ma forse è così volutamente. Probabilmente non soddisfa pienamente il lettore perché non ha una logica chiara ma forse è un pretesto per concludere un rapporto che non poteva più andare avanti. Gli amici di Tazaki sono approdati ad una vita completamente diversa dalla loro gioventù e nessuno di loro è diventato ciò che avrebbe dovuto o voluto diventare. Kuro si è addirittura trasferita in Finlandia e anche lei costruisce qualcosa: vasi di ceramica e questa attività la lega a Tazaki. Lei è l'unica che si ricorda il brano che Shiro suonava ed è l'unica che riesce a spiegare a Tazaki la rottura del rapporto in maniera precisa. A questo punto tutto si ribalta e l'incolore diventa il ragazzo che tutti hanno sempre amato, il collante del loro gruppo, colui che assorbiva e stemperava i loro colori così forti e costruiva i rapporti come ora costruisce le stazioni. Il mistero più grande presente in questo romanzo è la morte che compare nell'incipit come sensazione di vuoto ritorna nella scomparsa di Shiro che sfiorisce e si dissolve e nel misterioso racconto di Haida che ha per protagonista un pianista nel cui cognome compare il colore verde e anche lui destinato alla morte che ha il compito di tramandare il segreto a qualcun altro. Il significato del colore verde qui si trasforma perché essendo simbolo di vita trasmette anche la morte che fa parte di essa. Il finale del romanzo rimane un po' ingarbugliato e non si conclude. ho trovato che la descrizione della stazione sia di forte impatto e mi piace il fatto che il viaggio di Tazaki avvenga internamente mentre, fisicamente guarda la partenza degli altri come una stazione ha visto partire i suoi amici e i suoi conoscenti e forse tutte le persone che entrano nella sua vita. Infine vorrei fare un ultima considerazione sullo stile che ho trovato lineare e un po' onirico in alcuni punti , connubio che ho gradito molto.

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