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La strada
 
La strada 2015-06-11 13:56:36 Vita93
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Vita93 Opinione inserita da Vita93    11 Giugno, 2015
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L'uno il mondo dell'altro

“La strada”, pubblicato nel 2006 e vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2007, è l’ultimo romanzo del grande autore americano Cormac McCarthy.

Scenario post apocalittico. Il mondo è stato colpito da un improvviso ed indefinito cataclisma che ha distrutto tutto radendo al suolo il paesaggio terrestre, ormai ridotto ad un cumulo di ceneri. La popolazione umana è stata decimata ed obbligata a tornare ad uno stile di vita primitivo. Gli altri esseri viventi si sono pressoché estinti.
Un padre e un figlio, di cui non verranno mai svelati i nomi, intraprendono un lungo e faticoso viaggio diretti verso un imprecisato Sud, per sfuggire alla rigidità dell’inverno e procurarsi del cibo. Nel terrore di imbattersi in altri uomini divenuti, in un simile contesto, pericolosi avversari.

È una storia straziante, incentrata sull’istinto di sopravvivenza dei protagonisti come unica molla per andare avanti e non lasciarsi andare. Gli esseri umani superstiti si sono trasformati in animali feroci, bestie affamate e diffidenti vaganti in una terra ostile, afflitte da paure ancestrali ed intrappolate da un destino tragico.
Fa eccezione il rapporto tra il padre ed il bambino, ricco di calore e preoccupazione reciproca. Soprattutto il figlio, nato dopo la catastrofe, dimostra in più di un’occasione pietà e desiderio di aiutare il prossimo. È una fiammella accesa. Rappresenta il futuro, la speranza, la scelta. In qualsiasi circostanza, si può sempre scegliere se comportarsi come un essere umano o come una bestia.

Lo stile di McCarthy, scarno, essenziale e minimalista, è perfetto per una storia angosciosa e desolante. “La strada”, al netto di alcune eccessive e statiche ripetizioni, è un romanzo intimo ed importante. Il suggello finale di uno dei grandi autori americani del Novecento.

Nel 2009, per la regia di John Hillcoat, è stata tratta una versione cinematografica con protagonisti Viggo Mortensen, Charlize Theron, Robert Duvall e Guy Pearce.

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Commenti

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Ciao Jacopo. Ho letto con interesse il tuo bel commento. Condivido l'idea che il bambino sia il vero protagonista: via via il suo ruolo diventa sempre più importante. Nel finale è simbolo della speranza, di un mondo rinnovato. Concordo pienamente coi punteggi assegnati, che sono gli stessi che ho attribuito io.
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Vita93
11 Giugno, 2015
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Grazie Emilio, è vero è un romanzo duro ma che alla fine concede tanta speranza. La visione giustamente cinica dell' uomo diffidente degli altri perchè deve proteggere il figlio, e quella fanciullesca e innocente del bambino, che avrà tempo e modo in futuro di capire e seguire tutti i consigli del padre.
Molto bella la tua recensione. Alla domanda "dove andiamo" la risposta del libro è molto dolorosa. Il ruolo del bambino evita in extremis di ritenere altrettanto dolorosa la risposta alla domanda sul "chi siamo": siamo anche pietà e speranza, persino nella catastrofe.
I sentimenti forti che ha suscitato in me questo libro mi hanno indotto a suo tempo al 5 anche alla piacevolezza: sono tra quelli che la tua libraia ha definito "totalmente assorbiti". Poi ho scoperto che questo libro è riuscito a crearsi degli estimatori davvero incondizionati.
Complimenti per il tuo commento.
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Vita93
12 Giugno, 2015
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Grazie mille, non posso che essere d' accordo con le tue risposte. Per quanto riguarda la piacevolezza, raramente ho fatto così fatica a leggere la prima metà di un romanzo, e altrettanto raramente ricordo libri che mi hanno suscitato emozioni così profonde e primordiali nella parte finale.
Effettivamente ho sentito e letto opinioni contrastanti, o si odia o si ama senza vie di mezzo. Dovrò decidermi a leggerlo. Bel commento.
In risposta ad un precedente commento
Vita93
12 Giugno, 2015
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Grazie, è proprio così, è un romanzo troppo forte per lasciare indifferente qualsiasi lettore abbia un minimo di sensibilità. Che piaccia o meno, è comunque una lettura che richiede un impegno maggiore della media.
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