Dettagli Recensione
Il giovane… e basta.
“Il giovane Holden” è un libro anomalo a partire dalla sua copertina. Bianca. Nessuna immagine in fronte, nessuna trama sul retro. Eppure l’ho comprato lo stesso e, come direbbe Holden, non saprei dirvi perché e sinceramente nemmeno mi va. Salinger mi ha stupito; il suo stile è molto semplice, ma è scorrevole, coinvolgente ed estremamente efficace. Qualcuno potrà dire che non è certo uno stile eccelso, ma io lo definirei perfetto per il libro in questione, tenendo in conto che il narratore è lo stesso Holden e a lui di certo non si addiceva uno stile molto diverso.
Holden è un ragazzo ancora minorenne. Viene cacciato dall’ennesima scuola e il perché, come al solito, non saprebbe nemmeno dirvelo. Forse perché professori e compagni sono tutti ipocriti e lui l’ipocrisia davvero non la sopporta. Non è che sopporti molte cose della vita, in verità queste si contano sulle dita di una mano e non ve le saprebbe nemmeno descrivere in maniera specifica. Forse perché a dirla tutta sono cose un po’ folli, come fare “l’acchiappatore di bambini in un campo di segale” (da un canzone citata nel testo, che da’ il titolo originale al libro: “The Catcher in the Rye”, come è spiegato in una breve nota a fine libro che vi consiglio di leggere).
Holden vive reagendo impulsivamente a tutto quello che lo travolge dall’interno e dall’esterno. Se devo esservi sincero, mi sembra alquanto suonato, se non addirittura pazzo. E questo è inquietante, perché in quel giovane Holden fuori di testa mi ci sono rivisto più di una volta.
Alla fine però, l’ho capito perché è così. Holden non è altro che il ritratto della gioventù e dei suoi problemi, soltanto che in lui questi ultimi sono presenti in maniera cronica. Holden è giovane al limite e forse anche oltre. Intorno a sé vede soltanto ipocrisia e la sua anima è pervasa da una incredibile voglia di solitudine e di fuggire via da tutto. Eppure c’è sempre qualcosa che lo trattiene; qualcosa di spaventosamente semplice che lo rende felice per qualche minuto e gli lascia dimenticare temporaneamente tutto quello che detesta; qualcosa che gli fa pensare che, probabilmente, ci si può anche provare a crescere in questo mondo, anche se gran parte della gente e delle cose che lo popolano non ti piace nemmeno un po’.
"Certe cose dovrebbero rimanere come sono. Dovresti poterle mettere in una di quelle grandi teche, e poi lasciarle in pace. Lo so che è impossibile, ma comunque è un peccato."
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Commenti
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Come dici tu giustamente nella tua recensione, è un libro che va leto nella giusta ottica, sotto la luce corretta... altrimenti può apparire come la storiella di un adolescente fuori di testa...
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Posso capire che molti giovani ci si possano riconoscere, come è capitato a te Favorisce quindi un confronto...sia pur proponendo una realtà lontana...dalla mia.
Ciao.
Pia