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Riflessioni di un apicultore
Questo libro ci propone le riflessioni, i ricordi di un apicultore che di fronte al dolore a alla malattia fa le analisi e decide di non volerne conoscere l'esito. Il lettore come l'apicultore non saprà l'esito fino alla fine del romanzo. Tuttavia la lettera bruciata fa sì che nascano riflessioni e considerazioni (interessanti) sull'esistenza oltre che alcuni ricordi. L'apicultore è un tipo particolare, nella sua vita non ha mai voluto abbastanza e nelle sue relazioni c'è sempre stato qualcosa di sbagliato o di mancante. Le riflessioni non sono nè scontate nè didascaliche. Sono anzi profonde e interessanti. Certo il libro è rivolto a chi ha voglia di riflettere. L'apicultore racconta anche un po' di sè ma non molto. Anche qui la sensazione è che Lars non voglia raccontare una storia, non voglia incantare il lettore. Lars riflette sulla sua vita e chi vuole lo segue in piena libertà. Non adotta artifici per catturare l'attenzione di nessuno anche se è abbastanza chiaro che potrebbe farlo con facilità. Anche nel romanzo come nelle sue relazioni con le donne il lettore ha ll'impressione che ci sia molto ma che manchi qualcosa.
"Ormai s'è sciolta così tanta neve che le pietre bagnate e le foglie marcescenti dell'anno passato incominciano a scorgersi dappertutto. Il paradiso me lo sono sempre immaginato asciutto e caldo, soprattutto non umido. In paradiso non esistono menzogne."
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Commenti
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grazie Mario!
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Considerato il finale che può essere considerato 'aperto' , ho dei dubbi sulla traduzione del titolo: ne sai qualcosa?